Alessandra Ghisleri
Cosa si aspettano gli italiani da Papa Leone XIV? All'indomani della sua intronizzazione a San Pietro, su La Stampa esce un significativo sondaggio di Alessandra Ghisleri e Only Numbers sul Pontificato, letto tutto in chiave molto politica. E non senza sorprese.
Secondo il 51,9%, Papa Prevost sarà "in continuità con Francesco" mentre è interessante il dato sugli elettori della Lega, che "in controtendenza con tutti gli altri", si posizionano "in maggioranza (46,7%) sull'attesa di un mandato di rottura rispetto all'operato del suo predecessore".
Altro aspetto pesante, e non proprio secondario per il futuro della Chiesa: "tra i più giovani emerge una certa resistenza nell'indicare una preferenza tra un pontificato in continuità o in discontinuità con Papa Bergoglio - sottolinea Ghisleri -. Molti studi indicano che le nuove generazioni tendono ad avere un rapporto più personale, spirituale e meno dogmatico con la fede. Per loro ciò che conta principalmente è l'autenticità della persona più che la linea ideologica e risultano meno inclini a schierarsi con le categorie classiche interne alla gerarchia della Chiesa". Per questo, è la sentenza della sondaggista, "tendono a cercare autenticità, coerenza e apertura piuttosto che continuità o rottura rispetto a un modello precedente".
Secondo il 46,9% degli intervistati la scelta caduta sul cardinale americano è stata corretta (sebbene lo stesso Leone, ancora commosso, ha voluto definire la sua elezione "senza merito") mentre "i più giovani del campione si dimostrano in pieno dissenso (56,1%)", riflesso di una generazione "che osserva con sospetto a certe forme di potere e influenza".
Il timore espresso da questa fetta di italiani sarebbe quello di un Papa americano espressione di una "colonizzazione culturale della Chiesa da parte di una potenza politica ed economica". Non a caso, prosegue Ghisleri, "quasi il 60% dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni si dimostra diffidente sulla possibilità che la nazionalità americana potrà agevolare i rapporti internazionali con Donald Trump. Il timore quindi potrebbe essere quello che la spiritualità possa dimostrarsi subordinata alla geopolitica e che la Chiesa possa perdere la sua capacità di essere una voce autonoma, libera, profetica e globale".
A livello più generale, "solo il 28,9% del campione nazionale intervistato è convinto che le origini di Papa Leone XIV possano essere una carta utile nei rapporti internazionali con il tycoon made in Usa". A credere l'opposto e professore ottimismo sulla "mediazione" di Leone con la Casa Bianca sono gli elettori di centrodestra, per il 43 per cento, ma è alto (36,1%) il tasso di chi non risponde.