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Garlasco, Taormina a gamba tesa: "Stasi e Sempio, cosa non capisco"

I pm: l'impronta nella villetta di Chiara Poggi è di Andrea. L'avvocato romano: "Perché Stasi ancora oggi non lo accusa?"
mercoledì 21 maggio 2025

4' di lettura

Un'impronta digitale, mai identificata perché la sua utilità giuridica è stata classificata come "nessuna", e che la Procura di Pavia vorrebbe attribuire 18 anni dopo ad Andrea Sempio con una nuova perizia realizzata sulle fotografie della scena del crimine. E' questo l'asso nella manica che i pm Napoleone-Civardi-De Stefano-Rizza avrebbero mostrato al 37enne di nuovo indagato e già archiviato (nei fatti 2 volte) per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007. Un omicidio per cui è stato condannato a 16 anni di carcere Alberto Stasi, fidanzato della vittima. L'accelerazione della Procura di Pavia apre oggi nuovi clamorosi spiragli in un giallo infinito. E proprio su Stasi Carlo Taormina, avvocato da sempre in linea su alcuni dei più clamorosi casi di cronaca nera italiani (primo fra tutti, quello il delitto di Cogne) su X avanza un dubbio: "Non capisco perché Stasi non abbia mai accusato Sempio e si sia fatto condannare in silenzio. E ancora oggi non lo accusi!"

Ieri pomeriggio, come detto, la Procura ha svelato le sue carte: l'orma di Sempio è la traccia numero 33 repertata dal Ris di Parma nei giorni successivi al delitto all'interno della villetta di via Pascoli. Si trova sulla parete destra lungo le scale dove venne rinvenuto il cadavere della 26enne, insieme ad altre 23 impronte di cui una attribuita a Marco Poggi, fratello della vittima (che si trovava in Trentino in vacanza con la famiglia), 4 appartenenti al capitano Gennaro Cassese dei carabinieri di Vigevano intervenuto sul posto e 18 senza identità. "Ovviamente è logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino", ha scritto in un'informativa del 7 luglio 2020 inviata alla Procura di Pavia il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano aggiungendo che su quella traccia, come su un'altra sulla parte interna della porta di ingresso, "non venne fatta alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza".

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In realtà il Ris di Parma, si legge nella relazione depositata agli atti, effettuò sia il combur test per rilevare l'emoglobina, sia il più preciso OBTI (On-site Blood Testing Identification) per identificare il sangue umano. Il primo ha dato esito "dubbio", il secondo "negativo", escludendo la presenza di sangue. Per procedere con l'inchiesta gli inquirenti dovranno spiegare come si concilia un'impronta a metà della parete con la ricostruzione storica delle sentenze secondo cui Chiara Poggi, dopo essere stata colpita più volte al capo, sarebbe stata gettata dal pavimento del corridoio a faccia in avanti lungo le scale, e perché il killer sarebbe poi andato in bagno a lavarsi le mani pulendo il lavandino e il dispenser lasciando però delle impronte (due attribuite a Stasi) e 4 capelli senza bulbo all'interno del lavabo.

Cosa ne pensi Sempio di quella traccia, venerdì in Tribunale a Pavia non lo si è potuto sapere. Il commesso di Voghera ha deciso di non presentarsi al doppio interrogatorio in contemporanea con Stasi - che è stato fatto entrare schivando le telecamere da un ingresso secondario e ha risposto a tute le domande - dopo che i suoi legali Angela Taccia e Massimo Lovati hanno contestato la "nullità" dell'invito a comparire notificato dai magistrati. Dall'atto sarebbe totalmente assente la prescrizione obbligatoria per legge con cui il pm informa l'indagato che "in caso di mancata presentazione" senza un "legittimo impedimento" la Procura può disporre "l'accompagnamento" coatto dello stesso.

Un atto di sfida, codice di procedura alla mano, da parte della difesa del 37enne che non pare aver gradito le fughe di notizie come le perquisizioni di mercoledì scorso all'alba alla presenza di telecamere, nel tentativo, forse, di mettere pressione all'amico del fratello della vittima, Marco Poggi. "Molto probabilmente ci saranno mie tracce, me lo aspetterei, ero lì fino a pochi giorni prima", aveva risposto però Sempio due mesi fa in un'intervista con Sky. Proprio Marco Poggi è stato sentito oggi come testimone a Venezia, lontano dai giornalisti, dalla pm Rizza in trasferta. Gli sarebbe stata mostrata anche l'impronta attribuita a Sempio, con il colore rossastro/viola simil-sangue, tipico della reazione alla ninidrina, il reagente spruzzato all'epoca dai militari della Scientifica sulla parete lungo le scale di casa per rendere visibile e isolare l'impronta digitale. "Ha risposto serenamente alle domande che gli sono state rivolte - fa sapere il suo avvocato, Francesco Compagna - Ad Andrea Sempio lo lega un'amicizia di lunga data e la convinzione della sua estraneità alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia". 

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