Proseguono le indagini sulla "traccia 33", quella attribuita ad Andrea Sempio e trovata sul muro che porta alla taverna della villetta di Garlasco. Proprio lì in fondo è stato trovato il corpo senza vita di Chiara Poggi. Impronta di cui al momento si hanno solo le immagini. La nuova tesi è che l'amico di Marco Poggi, indagato in concorso, potrebbe non aver sceso i gradini ma si sarebbe solo sporto. Ipotesi, questa, compatibile col fatto che, come accertato dalle precedenti indagini, non sono state rilevate impronte insanguinate di scarpe dell'assassino sugli scalini verso il basso.
Di quella manata da giorni si sta cercando negli archivi del Ris l'involucro con l'intonaco grattato dal muro all'epoca dei rilievi. L'obiettivo è quello di estrapolare tracce biologiche. La manata - è quello che vanno ipotizzando - potrebbe essere stata lasciata appoggiando, da in cima alle scale, il palmo sulla parete, al massimo scendendo anche solo un gradino.
Intanto il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche è al lavoro per delineare il profilo di Sempio. Incaricati dal pm, hanno già raccolto il materiale, tra cui appunti e altri scritti sequestrati un paio di settimane fa dagli investigatori nell'abitazione di Vigevano del 37enne e a casa dei suoi genitori. Un profilo del nuovo indagato incrociato con l'analisi di quanto trovato durante le perquisizioni, e ritenuto utile per le nuove indagini, potrebbe così portate a ipotizzare un movente. A tutto ciò si aggiunge la rilettura del Dna estrapolato dalle unghie della ragazza: dei due profili maschili individuati, le recenti consulenze hanno stabilito che uno è suo.