Dal 1910 Luca e Andrea Fusaglia fanno delle chiavi delle serrature e delle casseforti il loro punto di forza. La parte elettronica si affianca a quella meccanica l’accesso ai luoghi avviene attraverso app, riconoscimento facciale, chiavi elettroniche, anche se la vecchia chiave meccanica è ancora protagonista. In un luogo secolare nel cuore di Milano, in via Zebedia 2Bis, si trova il negozio che poggia su antiche mura Romane.
La vostra è una lunga storia, quali sono state le tappe più significative?
«Mio nonno Mario e suo fratello hanno iniziato nel 1910 questa attività, fino al subentro di mio padre, oggi la gestiamo io e mio fratello».
La vostra è una storia generazionale, continuerà così anche dopo di voi?
«Lo spero tanto, mio nipote sta lavorando con noi, ha compiuto da poco 18 anni mi auguro che continui e che ci metta la stessa passione. Oggi le cose sono diverse, i miei nonni e mio padre lavoravano anche di notte».
In che senso?
«Riparavano le serrande dei negozi che di giorno dovevano restare aperti: una volta le saracinesche avevano delle molle meccaniche, cambiarle era spesso causa di infortuni, complice anche il buio e la stanchezza, bisognava farlo di notte perché il negozio alla mattina doveva aprire».
Come è cambiato il vostro lavoro?
«È diventato più tecnologico, la parte elettronica ha affiancato quella meccanica. Oramai negli alberghi, nei B&B e in molte altre attività, gli accessi sono controllati da badge, tastiere o app telefoniche, di questo se ne occupa mio fratello, io mi dedico ancora alla parte meccanica, tutto nasce e deriva da lì. Mio nonno proveniva da un’azienda di casseforti prima di aprire questa attività, con mio padre hanno iniziato a fare le prime porte blindate utilizzando tutti i tipi di chiavi. Fino a 7-8 anni fa la parte meccanica era predominante, ancora oggi copre il 70% delle porte che si trovano nelle abitazioni».
È più sicura la serratura meccanica o quella elettronica?
«Più che di sicurezza parlerei di affidabilità. La parte elettronica a mio avviso presenta ancora qualche piccolo limite, se si scarica la batteria di un cilindro elettronico di un portone questo non si riesce ad aprire. Esiste un allert che avvisa in via preventiva il ridotto stato della batteria, ma l’utente a volte non ci fa caso o rimanda la sostituzione, la vecchia chiave invece non si scarica mai».
Come è cambiata la clientela?
«Si è divisa tra clienti privati e clienti professionali.
I primi sono ancora i possessori di porte blindate, l’elettronica invece controlla gli accessi di molte attività professionali».
Brevettate ancora qualche serratura o progetto?
«Oggi no, gli ultimi progetti brevettati sono ancora quelli di mio nonno, come le famose tende veneziane e le sdraio che si chiudono utilizzate nelle spiagge».
Avete tanti competitor?
«Abbiamo tanti colleghi con cui collaboriamo, facciamo parte di un consorzio, una comunità di esperti in serrature professionali a Milano e provincia. Con questa collaborazione riusciamo così a garantire un intervento 24 ore su 24, anche nei momenti di chiusura del nostro negozio».
Quali sono i prodotti più richiesti?
«In negozio gli utensili per il fai da te, hobbistica, piccole riparazioni, duplicazioni di chiavi. All’esterno invece le sostituzioni di serrature, visto che a Milano ci sono molti furti. Succede spesso che una persona magari anziana venga scippata o subisca il furto delle chiavi dalla sua borsa, in quel caso è necessario intervenire immediatamente a cambiare le serrature, dobbiamo evitare che il ladro arrivi prima di noi e riesca ad entrare in casa».
Quali sono le principali novità a livello meccanico?
«Ci sono novità nelle serrature, le chiavi lunghe delle porte blindate non sono più sicure. Nell’est europeo esiste una scuola di ladri professionisti specializzati nell’apertura di serrature di porte blindate. Non ti accorgi nemmeno che il tuo ingresso è stato violato, con un semplice kit in pochi minuti entrano senza spaccare nulla. Noi collaboriamo con le case costruttrici delle porte, abbiamo serrature certificate, chiavi e cilindri di nuova generazione. I ladri per entrare devono utilizzare utensili rumorosi e invasivi, mettendoci molto più tempo, questo li porta a desistere».
E a livello elettronico?
«Molte di più, ad esempio nell’ospitalità l’avvento delle app, dei badge e delle chiavi elettroniche permette di regolare gli accessi in un tempo prestabilito, il cliente può entrare ed uscire dal suo alloggio limitatamente al periodo del suo soggiorno».
Qual è la richiesta più strana che vi è stata fatta?
«Mio padre venne chiamato da un cliente che si trovava incatenato con le manette alla spalliera del letto».