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Venezia, le lavoratrici del sesso occupano una Chiesa e i sacerdoti s'infuriano

di Caterina Maniaci mercoledì 4 giugno 2025

3' di lettura

San Nicola da Tolentino, nel centro storico di Venezia. Un gran via vai di turisti, come da copione. Ma ecco che avviene qualcosa di insolito, dentro e intorno a questo splendido edificio religioso che risale al XVI-XVII° secolo, nel sestiere di Santa Croce. Un flash mob, come viene chiamato, in sostanza un blitz dimostrativo coordinato dal Comitato per i Diritti civili delle prostitute in collaborazione con European sex worker’s rights alliance.

Una cinquantina di attiviste, tra canti dai testi irriverenti e look a dir poco non adatti al luogo, hanno letto passi del Vangelo di Luca con richiami al “perdono dei peccati a chi ha tanto amato” e a un riferimento all’Eucaristia sul sagrato, spezzando una pagnotta e recitando la tradizionale formula “questo è il mio corpo”.

L’ANNIVERSARIO
I turisti filmano e fotografano, per loro è sempre tutto “very beautiful”, pittoresco, ma molti dei presenti non la pensano proprio così. «Anche qui vengono a rompere le scatole... In chiesa non ci va quasi più nessuno, se non per dare fastidio», dice senza giri di parole un’anziana signora. «Perché vengono a occupare una chiesa? Lo dico io perché tanto qui non reagisce nessuno, in altri posti le avrebbero cacciate e pure in malo modo, ma nelle chiese si può fare tutto quello che si vuole» aggiunge con amarezza un signore di mezza età, che se ne va scuotendo la testa. Altri fedeli restano lì a guardare, senza riuscire a dire nulla.

L’exploit è stato concepito per ricordare e celebrare il 2 giugno 1975, quando un centinaio di “filles de joie” francesi (“ragazze della gioia”, così venivano definite in Francia) decisero di occupare la chiesa di Saint-Nizier a Lione, per opporsi alle pressioni delle forze dell’ordine cui esse si ritenevano sottoposte. Allora come oggi protestavano dunque contro la presunta «repressione poliziesca», e «per i diritti civili, la tutela sanitaria e contro l’emarginazione sociale delle persone coinvolte nella prostituzione». Il movimento è capitanato da Maria Pia Covre, storica fondatrice del Comitato per i diritti civili delle sex worker (Cdcp), in collaborazione, appunto, con il movimento europeo.

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VANGELO RIGIRATO
A cinquant’anni da quell’iniziativa, come riporta il quotidiano Il Gazzettino, Venezia si è dunque trasformata nel palcoscenico di una mobilitazione nazionale attraverso il “movimento delle maddalene”, che ha voluto accendere i riflettori per l’appunto sui diritti e sulle emergenze del mondo delle prostitute. A parte il gesto di “benedire“ una pagnotta, al limite della blasfemia - in questo senso, sostiene qualche fedele presente che “i diritti dovrebbero chiederli da qualche altra parte, mica in chiesa” - c’è anche da ricordare, per l’ennesima volta, che il richiamo al Vangelo sventolato in occasioni come questa è pertinente solo a metà.

Infatti, se Gesù certamente si è rifiutato di giudicare la donna peccatrice, e ha pronunciato le straordinarie parole “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, poi però alla donna ha detto “va’ e non peccare più”, mica di continuare a fare come prima. E per quel che riguarda la Maddalena, lei pure per seguire Gesù ha abbandonato la sua professione precedente...

In ogni caso, la reazione del direttore delle comunicazioni sociali del Patriarcato, don Marco Zane, è stata dura. «Con stupore e vero dispiacere si è assistito all'interno e all’esterno di un luogo sacro a scene in cui sono stati strumentalizzati alcuni passi del Vangelo. Ed è stato distorto in modo offensivo e blasfemo il senso del sacramento dell’Eucaristia». L’invito, si legge a conclusione della nota, è ad «una preghiera riparatrice». Chissà.

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