La rivolta è come il vento, scoppia in un momento. Avete presente le sedie di plastica o di legno, quelle che imperterrite ogni estate escono dai soggiorni o da qualche cantina e affastellano non solo l’Italia, ma il mondo intero? Quelle che soprattutto le nonne - ma non solo - piazzano davanti a casa, e ci si accomodano per chiacchierare con amiche e vicine (a loro volte provviste di seggiola) e così godersi il fresco quando la calura va tramontando. Ecco, la società che tutto vuole regolamentare ha preso di mira pure queste.
In Spagna, proprio attorno alle sedie e alle sedute, è infatti scoppiato il pandemonio sul social X. L’account della polizia locale di Santà Fe - il nome vi aveva già portato in Messico o Argentina, ma nulla, siamo in piena Andalusia, profondo sud iberico - rilascia la seguente nota: «Sappiamo che mettere sedie o tavoli fuori dalla porta è una tradizione in molte città, ma la strada pubblica è regolamentata. Se la polizia vi chiede di rimuoverli, fatelo per rispetto e convivenza. Con civiltà e buon senso non si creano fastidi. Grazie per la vostra collaborazione!». Un profilo da 945 follower, che subito diventa una delle “capitali” del web: oltre 6 milioni di visualizzazioni, migliaia di commenti e condivisioni. Ma la pietra dello scandalo qual è?
La foto che accompagna il testo: sei vispe anziane sedute fuori da un’abitazione, gioconde e rubiconde con il sorriso stampato sul volto, intente come direbbero a quelle latitudini a tomar el aire, leggasi cercare il fresco nella canicola estiva. Rigorosamente con vestiti fiorati, quelli che da sempre spopolano nei mercati di mezza Europa, molto casalinghe e allo stesso tempo architravi della famiglia. Tranne una in nero, ma lo sappiamo che l’eccezione, accomodata questa volta, conferma la regola.
I commenti? Una fiumana. Ironici i più gentili, indignati gli altri. «Non siate così coraggiosi con gli abusivi», «Basta impunità per le nonne!». E poi una pletora di insulti verso la stazione di polizia andalusa, impossibili da replicabile su carta stampata. Addirittura è dovuto intervenire Juan Cobo Ortiz, sindaco di Santa Fe che sui social si professa politicamente scorretto e non ama particolarmente il primo ministro iberico Pedro Sánchez - in una trasmissione radiofonica correndo ai ripari. «Nessuno impedirà ai nostri anziani di uscire di casa, sederci e godersi l’aria fresca». Sospiro di sollievo. L’ordinanza - è stato spiegato - è rivolta verso chi è dedito a «barbecue e feste», ma soprattutto che canta e «suona la chitarra». Il primo cittadino ha chiosato dicendo che il regolamento alla fine «protegge chi deve alzarsi per andare al lavoro alle cinque o alle sei del mattino e ha diritto al riposo».
Ligi a queste regole, forse più asfissianti del caldo che ci aspetta, restiamo con negli occhi le sei nonnine. Ci riportano alla dimensione del ricordo. Ciabatte e gambe che dondolano tra i sostegni delle sedie sono state e restano un’icona anche qui dalle nostre parti. Da sole o in branco, spesso accompagnate da foulard e le più accorte da ventaglio, scrutano l’orizzonte da tempi immemori rendendo le aree attorno a loro più sorvegliate che con l’ausilio delle telecamere. Chi non ha avuto una nonna così? Magari proveniente dal meridione che, tra una vampata e l’altra, tra un pettegolezzo e un nipote da sistemare, alterna italiano a dialetto del nord finendo con quello del Sud. Consigli, ricette e chiacchiere a volontà, più social dei social anche senza gli aforismi di Bukowski e Nietzsche. La dimensione di una convivialità che l’urgenza e la fretta hanno cancellato. Ma che non verranno certo arrestate dalla polizia di Santa Fe.
Siamo pronti, quindi, a vederle ancora per anni a lato strada mentre il sole va a spegnersi più in là con la loro sedie sotto il fondoschiena. Una parola dopo l’altro e dopo l’altra ancora. Così in Spagna, così in Italia. Dritte fuori dal sud del ‘900 europeo.