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Venezia, la sinistra si è ridotta a scendere in piazza contro un matrimonio

Baracconata in Laguna contro Jeff Bezos e Lauren Sanchez: ecco le priorità del fronte progressista
di Alessandro Gonzato venerdì 27 giugno 2025

4' di lettura

Le desgràsie xe sempre pronte, come le tole delle osterie. Le disgrazie – si dice in veneziano – sono sempre pronte, come i tavoli nelle osterie. In questi giorni a Venezia, come se la Laguna non avesse già i suoi problemi, brulica un esercito di invasati che urlano contro il miliardario americano Jeff Bezos, il padrone di Amazon che per il suo matrimonio con la giornalista Lauren Sánchez ha invitato in città duecento straricchi da tutto il mondo.

Tali indemoniati, non gli straricchi ma i manifestanti, protestano perché vogliono «la giustizia sociale». E che diavolo vuol dire! «L’un per cento rovina il mondo!», strillavano ieri in piazza San Marco dove hanno cercato di issare striscioni ovunque, anche arrampicandosi sui pili portabandiera innanzi la basilica, azione che se fai in qualsiasi Paese civilizzato e no la polizia ti chiede le generalità per capire se sei solo picchiatello o magari hai in mente dell’altro. L’Italia non fa eccezione e i contestatori, tra gli strali della sinistra – ci torniamo dopo – sono stati identificati. L’«un per cento», spieghiamo lo slogan, è la percentuale dei ricchi nel mondo.

Quei gran scienziati di Extinction Rebellion, gli stessi che tempo fa hanno versato porcherie color verde fluorescente nel Canal Grande, bighellonano da mattina a sera per calli, campielli e ponti perché Bezos e gli amici sono pieni di soldi e spostandosi coi loro aerei inquinano. Di fronte a tali imprescindibili battaglie, si capisce, il lavoro può attendere. E però sarebbe ingeneroso attribuire i meriti della protesta solo agli epigoni di Greta Thunberg: a Venezia lottano per la giustizia pure i partigiani dell’Anpi (comunque all’erta in caso di camicie nere) e un drappello di centri sociali il cui esponente di spicco è Tommaso Cacciari, ormai 40enne nipote dell’ex sindaco di Venezia. Il filosofo ha detto che di quello che fa il parente non gliene frega niente. E però il parente è determinato: «Di gente come noi Bezos ha paura! Tutti ‘sti ricconi, alla fine, coi loro jet, i loro marines, davanti alle proteste dal basso si fermano!». In effetti il padrone di Amazon trema e medita di mandare tutto in malora, la signorina Sánchez se ne faccia una ragione. Il nipote di Cacciari è animatore del laboratorio occupato “Morion” e si batte contro «la gentrificazione e la svendita della città ai grandi capitali».

Che sono quelli che Bezos e i riccastri stanno spendendo in Laguna tra alberghi, ristoranti e negozi, soldi che fanno bene a Venezia e ai veneziani, compresi a questi eco-svalvolati che magari hanno pure familiari che dagli sterminatori del globo negli hotel e nei locali stanno ricevendo mega mance, ma non voliamo troppo alto. Per l’appunto: Marco Grimaldi, vicecapogruppo alla Camera di Alleanza Verdi Sinistra, ha iniziato a diffondere comunicati di sdegno. «Siano rilasciati immediatamente i trenta militanti di Extinction Rebellion fermi in questura da quasi tre ore. Forse si può comprare Venezia per tre giorni», prosegue la fine analisi, «ma non la nostra Costituzione. I fogli di via» - tenetevi forte – «andrebbero dati ai potenti che consumano l’equivalente di dieci pianeti e rischiano di cancellare la laguna di Venezia». Basta, Bezos e soci vengano arrestati!

Grimaldi è il deputato ambientalista che finora si è distinto per tre imprese: possedere un’auto a benzina; indossare la kefiah in parlamento; aver corso a perdifiato verso lo scranno dietro a Bonelli per farsi inquadrare mentre il capo a Montecitorio cantava “Il ragazzo della via Gluck” per accusare il governo Meloni di distruggere il creato. Nel frattempo la protesta si fa seria: due figure travestite da sposi si presentano a San Marco legate con una mano a un pianeta e con l’altra ad altre persone che brandiscono cartelli con su scritto “I governi”, “I media”, “L’economia” e “La giustizia”, ovviamente. Altri strillano contro Israele. Le forze dell’ordine ne identificano qualcuno, compresi gli arrampicatori, e questi si contorcono a terra, paiono posseduti, poi denunciano che qualcuno è stato graffiato – addirittura! – e «una ragazza è svenuta dopo un attacco di panico».

Tocca a Rachele Scarpa, deputata del Pd: «In piazza San Marco è andata in scena una delle immagini più grottesche e inquietanti dell’Italia di oggi». Finalmente ci sono arrivati pure i dem! No: le immagini sono quelle «della polizia che sgombera di peso una manifestazione pacifica organizzata da attiviste e attivisti per denunciare lo sfarzo paradossale del matrimonio di Bezos in una città simbolo della crisi climatica». Un signora sulla sessantina s’imbatte in un manifestante: «Ma ci xe ’sto mona?». Chi è questo sciroccato?

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