La Cassazione boccia il decreto Sicurezza, considerandolo sbagliato nel metodo e nel merito e per questo a rischio di incostituzionalità. In 129 pagine la Corte Suprema segnala criticità sia nel metodo di adozione del provvedimento sia nei contenuti. Al momento, però, il parere non è vincolante. Per quanto riguarda il metodo, i giudici hanno sottolineato che un decreto è giustificabile solo in caso di “necessità e urgenza”, requisiti che in questo caso mancherebbero, e poi hanno aggiunto che questo provvedimento è eterogeneo, cioè comprende questioni molto diverse le une dalle altre. Cosa che configurerebbe un ulteriore vizio di legittimità costituzionale per i decreti legge.
Passando ai contenuti, poi, sarebbero almeno una trentina i profili considerati critici o problematici. Fra questi, la norma che amplia l’operatività degli agenti segreti e ne decreta la non punibilità; le cosiddette norme anticortei; il nuovo reato che punisce la detenzione di “materiale propedeutico al terrorismo”; le norme per le detenute madri. In quest'ultimo caso, la relazione ha criticato duramente la riforma, denunciando il rischio di lesione dei diritti del minore, violazione della Costituzione e delle convenzioni internazionali e discriminazione indiretta verso le donne più vulnerabili.
In molti casi, inoltre, secondo i giudici ci sarebbero dei contrasti non solo con la consolidata giurisprudenza e le procedure, ma anche con i principi costituzionali. Nel mirino, in particolare, ci sono finite le "norme troppe eterogenee" e le "sanzioni sproporzionate".