Giorno di grande festa, giorno atteso molto a lungo, a Castel Gandolfo, il paese noto al mondo come “il castello dei Papi”, luogo di meravigliosi giardini, orti, stanze affrescate e aperte su un paesaggio rasserenante, dove hanno tradizionalmente passato periodi di riposo, soprattutto d’estate. Papa Francesco aveva interrotto questa secolare tradizione, ora Leone XIV l’ha ripristinato. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI vi soggiornavano per diversi mesi all’anno per riposare, ma anche per lavorare; papa Ratzinger lo ha scelto per ritirarsi dopo il clamoroso annuncio della sua rinuncia al soglio pontificio.
DODICI ANNI DOPO
Una tradizione che si era interrotta appunto per dodici anni durante il pontificato di Papa Francesco che scelse di rimanere in Vaticano durante l’estate. Ma il Pontefice non fa le vacanze, non è un villeggiante, dicono a Castello, qui fa sempre il Papa, incontra i pellegrini, fa catechesi, riceve persone. Si riposa, però, gode di quell’aria “fina” per cui sono famosi questi territori - i Castelli romani – da cui guardare con distaccata ammirazione l’enorme distesa della Capitale, che vista da qui, a venticinque chilometri di distanza, sembra addormentata. Del resto la presenza di uno speciale micro-clima creato dal lago vulcanico, dalla vicinanza al mare e da un’altezza di circa 500 metri, rende la temperatura media a 5 o 6 gradi in meno rispetto a quella romana. Un sollievo, dopo il caldo rovente della città nelle ultime settimane.
«Siamo enormemente felici», ha ammesso Tadeusz Rozmus, parroco della parrocchia Pontificia di san Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, parlando con i media vaticani e descrivendo lo stato d’animo dei residenti in attesa del Pontefice. Che è arrivato alle 16.30 del pomeriggio domenicale e soggiornerà fino al 20 luglio, con una nuova, breve sosta prevista a metà agosto, dal 15 al 17.
Il parroco ha confermato che l’interesse per questa rinnovata tradizione è enorme non solo a Castel Gandolfo: «Lo vedo nelle e-mail e nelle telefonate che ricevo, nelle domande di partecipazione alla messa, o nelle richieste di informazioni su come si svolgerà il tutto», arrivano telefonate con domande dagli Stati Uniti e dall’Australia e richieste continue per partecipare alle varie udienze.
Riposo, aria buona e atmosfera rilassante, ma non solo, per Leone. Oltre agli incontri vari, le celebrazioni eucaristiche e gli Angelus, riunioni e altro lavoro importante: preparare la sua prima enciclica.
Lo ha confermato anche uno dei suoi amici più stretti, padre Alejandro Moral, priore generale dell’ordine degli agostiniani, in un’intervista rilasciata al Messaggero qualche giorno fa, il quale ha confermato che il Pontefice «sta lavorando a ritmi altissimi, è a rischio stress, sta anche scrivendo la sua prima enciclica, mentre si prospetta per lui un autunno dal ritmo molto incalzante».
DIMAGRITO
Padre Moral ha sottolineato che papa Prevost «è una persona instancabile e so che per carattere non si tira mai indietro. Ma ultimamente l’ho visto persino un po’ dimagrito». Appuntamenti e impegni anche in questi quindici giorni di riposo, si diceva, e si comincia già il 9 luglio, quando sarà celebrata la prima messa per la cura del creato, una liturgia approvata da Leone XIV per promuovere la consapevolezza ecologica, con un rito fitto di richiami simbolici, nel Borgo “Laudato si”, progetto di eco-diversità lanciato da Francesco nei giardini del palazzo papale.