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Leone XIV, perché il suo Pontificato è già al bivio

di Antonio Socci giovedì 10 luglio 2025

4' di lettura

Durante la breve vacanza a Castel Gandolfo, secondo le voci, Leone XIV intenderebbe lavorare alla sua prima enciclica, un documento che, di solito, esprime l’orizzonte di un pontificato: la Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II fu un inno a Cristo liberatore. Che tema sceglierà Leone XIV? Pare voglia occuparsi dell’Intelligenza Artificiale: argomento interessante per gli Stati, ma che non sembra davvero fra le questioni gravi e vitali per la vita della Chiesa. Né può rappresentare l’orizzonte di un pontificato. C’è poi chi dice che completerà un’enciclica sociale già iniziata dal predecessore. Ma forse è solo la speranza dell’establishment bergogliano che sogna di vedere Leone XIV trasformarsi in un “piccolo Bergoglio”. Possibile? Papa Prevost ha spiegato la scelta del suo nome con il richiamo a Leone XIII, il pontefice della Rerum novarum del 1891. Ma l’epoca della rivoluzione industriale, che vide la nascita del capitalismo, della questione sociale e dei movimenti dei lavoratori non è certo paragonabile ad oggi (l’IA poi è solo l’ultimo capitoletto della tecnologia informatica). Inoltre la Rerum novarum del 1891 non fu la prima enciclica di Leone XIII e i cui testi magisteriali non seguivano le mode, ma avevano un forte contenuto dottrinale, tanto è vero che fu lui il Papa che indicò la filosofia di san Tommaso d’Aquino come la bussola della Chiesa. Del resto da fine Ottocento abbiamo avuto più di un secolo di pronunciamenti sociali della Chiesa. Solo gli ultimi Papi (Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI) hanno firmato ben sei encicliche su questi temi. Vera dottrina sociale cattolica.

DOTTRINA OBAMIANA
Con Bergoglio, più che la dottrina sociale, le bandiere ideologiche obamiane hanno dominato su tutto. Quei temi che sono di moda sui media progressisti hanno preso il sopravvento sulla spiritualità, sulla fede e sulla teologia. Hanno occupato quasi tutto il suo insegnamento e la Chiesa è sembrata trasformarsi in una Ong, un po’ Onu, un po’ Greenpeace e un po’ Cgil. Soprattutto su ambiente e clima papa Francesco ha trasformato in magistero gli slogan propagandistici dei media, come se fossero verità religiose, senza nessun approfondimento (anche filosofico di quelle idee) e senza conoscenza scientifica dei dati e dei problemi (infilando la Chiesa in un nuovo “caso Galileo”). La fallimentare deriva della Chiesa sudamericana, per dodici anni è stata imposta alla Chiesa universale, con gli effetti disastrosi che in America latina sono ormai evidenti da decenni. Proprio in questi giorni ne ha dato testimonianza una delle personalità più note della Chiesa sudamericana, quel padre Clodovis Boff che - come suo fratello Leonardo- fu tra i simboli della Teologia della liberazione da cui Clodovis ha preso le distanze anni fa.

Ha appena pubblicato una lettera aperta ai vescovi latino-americani per rispondere al messaggio conclusivo della loro 40° assemblea tenuta a Rio de Janeiro. L’inizio delle lettera di Boff è emblematico: «Quali buone notizie ho trovato nel messaggio? Scusate la mia franchezza: Nessuna. Voi, i vescovi del CELAM, ripetete la solita cantilena: sociale, sociale, sociale. Lo fanno da più di cinquant’anni. Cari fratelli maggiori, non vedete che quella musica è già stanca? Quando ci daranno le buone notizie su Dio Padre, Cristo e il suo Spirito? Sulla grazia e la salvezza? Sulla conversione del cuore e la meditazione della Parola? Sulla preghiera e l’adorazione, la devozione alla Madre del Signore e altri argomenti simili? Infine, quando ci annunceranno un messaggio veramente religioso e spirituale? Questo è esattamente ciò di cui abbiamo più bisogno oggi e ciò che abbiamo atteso da molto tempo. Mi vengono in mente le parole di Cristo: i figli chiedono il pane e tu dai loro una pietra (Mt 7,9)».

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I vescovi sudamericani sostengono di ascoltare così “il grido del popolo”, ma Boff sostiene che quello è solo il grido dei media e replica: «Non ascoltate come, dalle profondità del mondo, si alza oggi un formidabile grido a Dio?» Il compito della Chiesa e dei suoi ministri – dice – «è proprio ascoltare questo grido e dargli una risposta vera e completa». Perché «per rispondere alle proteste sociali ci sono i governi e le Ong. La Chiesa, senza dubbio, non può rimanere in disparte, ma non è la protagonista in questo campo. Il suo ambito di azione è un altro, più elevato: rispondere proprio al grido che cerca Dio. La Chiesa è, prima di tutto, un “sacramento di salvezza” e non una semplice istituzione sociale, progressista o meno. Esiste per proclamare Cristo e la sua grazia. Questo è il fine principale». Leggendo il messaggio dei vescovi - dice Boff - si nota «che, oggi, la grande preoccupazione della Chiesa nel nostro continente non è la causa di Cristo e della sua salvezza, ma cause sociali, come la giustizia, la pace e l’ecologia». La solita “cantilena”. Boff nota che Gesù Cristo è pressoché irrilevante in quel documento, come pure «nella predicazione e nella vita della nostra Chiesa».

CROLLO DELLE VOCAZIONI
Per questo - aggiunge - «vediamo intorno a noi chiese, seminari e conventi vuoti. Nella nostra America, sette o otto Paesi non hanno più una maggioranza cattolica. Il Brasile stesso è sulla buona strada per diventare “il più grande paese ex-cattolico del mondo”... Tuttavia, questo continuo declino non sembra preoccuparvi molto. È strano che, di fronte a un declino così evidente, non diciate nulla nel vostro messaggio». Oltretutto, si chiede Boff, quando la Chiesa si occupa di problemi sociali «lo fa in nome di Cristo? Infatti, se la Chiesa entra nella lotta sociale senza essere informata e incoraggiata dalla sua fede, la fede cristologica, non sarà che una qualsiasi Ong». Sono critiche dure e preziose, perché sulla stessa strada fallimentare sono incamminati gli episcopati europei. Leone XIV è stato molti anni in Perù e conosce bene questa situazione. La sua prima enciclica mostrerà se e come vorrà mettere fine alla deriva sudamericana riportando la Chiesa universale alla sua vera missione. Lo farà? È in gioco il futuro della Chiesa.

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