Sono ancora in corso le indagini per capire l'esatta dinamica di quanto accaduto a Bergamo, dove un uomo è stato risucchiato dal motore di un aereo sulla pista dell'aeroporto di Orio al Serio. Stando alle prime informazioni la vittima non sarebbe né un dipendente dello scalo né un passeggero, ma una persona entrata di proposito sulla pista con l'intenzione - pare - di togliersi la vita. L'uomo sarebbe stato inseguito dalla polizia, che non è però riuscita a fermarlo, mentre si dirigeva di corsa verso il velivolo già in movimento. Si ignorano al momento i motivi del gesto, né come sia riuscito a raggiungere la pista dall'esterno dello scalo.
E proprio su quest'ultimo aspetto, non manca la polemica. A esprimere alcuni dubbi è Gregory Alegi, tra i massimi esperti di aviazione. "Io mi soffermerei sulla difficoltà oggi, con le misure di sicurezza che ci sono per una persona, che non sia un addetto ai lavori o un passeggero, di entrare e buttarsi davanti ai motori di un aereo - esordisce intervistato dall'Adnkronos il professore -. Questa mi sembra una cosa piuttosto interessante. Mi sembra la cosa più strana di tutte, detto francamente".
"Oggi - prosegue - i motori degli aerei civili, hanno delle prese d'aria enormi; li chiamiamo turboventola, proprio perché davanti hanno un'enorme ventola senza protezioni. Quindi è abbastanza facile possa accadere. Il motore a getto, a reazione, funziona così: risucchia l'aria, la accelera e la spinge fuori ad alta velocità: questo fa andare avanti l'aereo, in un ciclo 'aspira, comprimi, accelera ed espelli'". Nella storia dell'aviazione "ci sono diversi casi noti in cui persone sono state risucchiate per errore dai motori degli aerei. Ma di persone che si sarebbero lanciate apposta per farsi risucchiare dal motore è la prima volta che lo sento". Proprio per evitare incidenti del genere, conclude, "sugli aerei militari ci sono dei segni rossi che indicano il pericolo, mentre sui voli civili non ci sono ma gli operatori sono ben consapevoli e informati. I passeggeri potrebbero anche non saperlo ma il rischio è noto".