"La gente gli gridava: 'Scappa' Tifavano per lui": un testimone lo ha detto a proposito di Guglielmo Palozzi, 60 anni, che a Rocca di Papa, vicino a Roma, ha ucciso Franco Lollobrigida, condannato in appello per la morte del figlio. Lollobrigida, 35 anni, il 27 gennaio del 2020 aveva massacrato di botte il figlio di Palozzi, Giuliano di 34 anni, morto dopo sei mesi di ricovero in terapia intensiva. Il pestaggio era avvenuto dopo uno sgarbo da 25 euro, dei medicinali spacciati per una dose di droga. Il 60enne ha agito durante il turno di lavoro come addetto alla nettezza urbana: ha estratto una pistola e ha sparato al 35enne alla schiena perforandogli un polmone. Palozzi, poi, è stato arrestato dai carabinieri di Frascati con le accuse di omicidio volontario e porto abusivo di arma.
Stando a quanto raccontato a Repubblica da un testimone, che ha osservato Palozzi camminare spingendo il carretto in salita, la gente per strada avrebbe fatto il tifo per lui, suggerendogli di scappare. Lui, però, dopo pochi passi ha deciso di sedersi e di non scappare nemmeno di fronte ai carabinieri. Sua nipote ha detto: "Per noi non è una vendetta, ma un’altra tragedia. Siamo gente per bene, ci conoscono tutti: Guglielmo lavora come spazzino, quando finisce il turno va a governare il nostro gregge di pecore in campagna". Il sindaco Massimiliano Calcagni, invece, ha raccontato: "Abbiamo preso il caffè alle nove, sembrava tranquillo".
L'intenzione di vendicarsi evidentemente è stata troppo forte. Lollobrigida aveva finito di scontare i domiciliari lo scorso novembre dopo un arresto per droga. Mentre nel febbraio del 2024 era stato assolto per l’omicidio Palozzi dalla corte d’Assise di Frosinone. Il mese scorso, però, la corte d’Appello aveva ribaltato la sentenza condannandolo a dieci anni per omicidio preterintenzionale. Adesso era in attesa della sentenza definitiva della Cassazione.