"Ve l'avevo detto, bastar**": Maria Luisa Ramponi, la donna che occupava un casolare a Castel d'Azzano, nel Veronese, lo avrebbe detto alle forze dell'ordine impegnate nello sgombero mentre innescava un'esplosione. Esplosione in cui sono rimasti uccisi tre carabinieri lo scorso 13 ottobre. Lo riporta Il Mattino di Padova, secondo cui la donna si sarebbe appostata sul tetto con le molotov che hanno provocato la deflagrazione. In realtà, però, senza il gesto eroico dei carabinieri la donna non ne sarebbe uscita viva.
La Ramponi, che occupava quel casolare insieme ai due fratelli, era l'unica rimasta nella casa ormai satura di gas, mentre i fratelli si erano messi al riparo al piano inferiore. Lo scoppio ha fatto crollare lo stabile, facendo sprofondare il pavimento che ha travolto e ucciso i militari, mentre la donna è rimasta in piedi su un residuo di pavimento. Attorno le fiamme. E in quegli istanti si sarebbe messa a insultare quelli che si trovavano di sotto.
I carabinieri, anche se feriti, si sono arrampicati sulle macerie prendendo la Ramponi in braccio e portandola nel cortile dove è stata affidata alle cure del 118. Al momento le sue condizioni restano gravi. Se dovesse farcela, insieme ai fratelli dovrà affrontare un processo con l'accusa per strage. Secondo gli inquirenti, i tre fratelli, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi avrebbero messo a punto il piano da tempo, costruendo molotov e lasciando diverse bombole di gas in giro per casa.