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Garlasco, Massimo Lovati ora trema: la rivelazione in tv che lo mette all'angolo

di Redazione martedì 4 novembre 2025

3' di lettura

Massimo Lovati, ora, trema. Le recenti dichiarazioni del generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma ed ex consulente della difesa di Alberto Stasi, stanno infatti riaccendendo un caso che sembrava chiuso da tempo e che oggi rischia di avere nuovi, inaspettati risvolti. Le parole del generale, pronunciate durante la trasmissione Storie Italiane condotta da Eleonora Daniele, gettano un’ombra sulla gestione di una consulenza chiave del 2017, rimasta - a quanto pare - fuori dagli atti ufficiali. Ed è proprio questo dettaglio a far crescere i timori di Lovati, che all’epoca era tra i legali coinvolti.

Fino a pochi mesi fa, Lovati poteva ritenere archiviata la vicenda legata ad Andrea Sempio, l'unico indagato nel nuovo filone d'inchiesta. Il punto è che il generale Garofano riporta alla luce un episodio che rischia di cambiare la prospettiva: una consulenza tecnica commissionata nel 2017 e mai depositata alla Procura. Un’omissione che, se confermata, potrebbe aprire nuovi interrogativi sulla condotta degli avvocati coinvolti e sull’intera gestione delle indagini difensive.

Secondo quanto raccontato da Garofano, fu proprio Lovati a contattarlo per chiedergli di approfondire alcuni elementi emersi dopo la diffusione di un’indiscrezione sulla possibile compatibilità tra il profilo genetico di Sempio e quello individuato dal professor De Stefano. "L’avvocato Lovati mi ha chiesto di potermi interessare di questo caso perché si era diffusa la notizia che quel profilo era stato ritenuto inidoneo da De Stefano, ma compatibile secondo altri studi",
ha spiegato il generale.

Tutto sarebbe iniziato con due email, datate 11 e 13 gennaio 2017, inviate dall’avvocato Soldani, che trasmetteva la perizia di De Stefano e la richiesta di verificare la posizione di Sempio. Garofano, come racconta lui stesso, si limitò a svolgere un’analisi tecnica. "Ho verificato che il prelievo corrispondeva effettivamente ad Andrea Sempio e mi sono concentrato sul confutare la perizia Linarello. Il mio avviso, come quello di De Stefano, era che quel profilo non fosse idoneo per alcuna comparazione".

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Durante l’intervista, la giornalista ha chiesto a Garofano se avesse mai sospettato che i documenti ricevuti potessero essere coperti da segreto istruttorio. La sua replica è stata immediata: "Assolutamente no. Non potevo saperlo, né ero tenuto a saperlo. Quando ho visto che a nome di tre avvocati mi arrivava quella documentazione, per me era legittima".

Il generale ha insistito nel chiarire di essersi limitato al proprio compito tecnico, senza indagare sulla provenienza dei materiali. Un atteggiamento coerente con quanto dichiarato anche quando l’inviata gli ha ricordato una presunta intercettazione in cui la madre di Sempio parlava di 2000 euro da consegnare agli avvocati per ottenere le carte: "Non lo so. Non ho mai chiesto nulla sulla provenienza. Il mio ruolo era solo tecnico".

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La rivelazione più sorprendente arriva però alla fine dell’intervista. Garofano racconta infatti di aver scoperto soltanto quest’anno che la sua consulenza del 2017 non era mai stata formalmente depositata. "La inviai via mail agli avvocati il 27 gennaio 2017 e poi emisi regolare fattura alla famiglia Sempio. Pensavo fosse agli atti, e quando appresi che la posizione era stata archiviata credetti di aver dato un contributo utile". Nel 2025, però, lo stesso Garofano viene nuovamente interpellato e scopre da Lovati che quel documento non era mai arrivato in Procura. "Sono rimasto sorpreso. Pensavo fosse già depositata. Mi è stato detto che non era necessario".

Una circostanza che inevitabilmente getta nuova luce sul ruolo dell’avvocato e alimenta le sue preoccupazioni: se la consulenza non fu mai presentata, chi prese quella decisione e perché? Alla domanda conclusiva sul motivo per cui il documento sia rimasto fermo per anni, il generale ha risposto con semplicità ma anche con una nota di amarezza: "Non lo so. I difensori avranno avuto le loro strategie. Aspetto anche io che si possa chiarire come sono andate davvero le cose", conclude Garofano.

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