Basta! Le forze dell’ordine non ne possono più. Venerdì sera a Bologna altri 15 poliziotti feriti, a cui va aggiunto un finanziere. Il sindaco dem, Matteo Lepore, ha incolpato il ministero dell’Interno per la gestione dell’ordine pubblico.
I sindacati di polizia hanno reagito con dichiarazioni durissime. «Per questi professionisti del disordine», ha tuonato Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, «ogni occasione è buona per arrivare allo scontro con le forze dell’ordine. Stiamo registrando un preoccupante innalzamento del livello di violenza». Domenico Pianese, segretario del Coisp, ha rilanciato: «Questo non è più dissenso, ma strategia del terrore. La predisposizione di simili strumenti offensivi dimostra chiaramente la volontà di causare lesioni anche gravi alle forze dell’ordine. Questi delinquenti travestiti da manifestanti cercano la tragedia, e la cercano scientificamente sfruttando ogni occasione, per trasformare le strade in campi di battaglia. Siamo di fronte a una degenerazione senza freni», ha aggiunto Pianese, «e senza precedenti in epoca recente, e a pagarne il prezzo è sempre chi è chiamato a garantire l’ordine pubblico in queste manifestazioni, colpevole solo di fare il proprio lavoro. Solo negli ultimi tre mesi a Bologna ci sono state sette aggressioni alle forze di Polizia durante manifestazioni di piazza, e questo dovrebbe far capire a chi ha responsabilità istituzionali che qualsiasi atteggiamento giustificazionista nei confronti di questi soggetti, come avvenuto nei giorni scorsi, è da irresponsabili». E ancora: «Sono state lanciate numerose bombe carta imbottite di chiodi: un poliziotto è stato colpito ai genitali, un altro è rimasto gravemente ferito a un piede».
L’Associazione nazionale funzionari di Polizia punta il dito contro Lepore: «Riteniamo inopportune le dichiarazioni del sindaco. La responsabilità degli scontri», prosegue la nota, «è una sola, quella dei violenti che hanno assaltato la città. Le violenze che hanno colpito Bologna sono state opera di gruppi in prevalenza riconducibili all’area antagonista locale. Una mobilitazione pianificata e organizzata, come dimostrano la simultaneità degli attacchi, le tecniche paramilitari utilizzate, il lancio di oggetti, bombe carta e fuochi d’artificio ad altezza d’uomo. La polemica politica», hanno evidenziato i poliziotti, «rappresenta il terreno più fertile per i violenti e i professionisti del disordine, che prosperano sulle divisioni e cercano di trasformare ogni contrasto istituzionale in occasione di escalation e proselitismo».