“Ha detto cose molto gravi”: Massimo Giletti lo ha detto a Lo Stato delle Cose riferendosi a Massimo Lovati, ex legale di Andrea Sempio, indagato nell'inchiesta sul delitto di Garlasco. L'avvocato, infatti, ha fornito la sua ricostruzione sulla consulenza Linarello (del genetista Pasquale Linarello, ndr) sui giri che avrebbe fatto prima di arrivare nelle sue mani.
"Perché non ha mai depositato la consulenza del Generale Garofano?”, ha chiesto Giletti al suo ospite. E lui ha risposto: "Non l’ho mai depositata perché non ce n’è stata la necessità, dal momento che la Procura di Pavia di allora non dispose alcuna consulenza tecnica. Per cui perché dovevo anticipare io, depositando la mia?”. Poi ha aggiunto: "Il tabellone con la cronologia che avete pubblicato prima non è esatto, perché parte dal 9 di dicembre, che è la data della consulenza Linarello. Invece bisogna partire dal 3 dicembre, quando l’agenzia investigativa SKP consegna il riassunto analitico delle attività svolte e la consulenza. Ma c’è di più: questa consegna viene preceduta da una relazione genetico-forense del professor Fabbri del 1° dicembre. La consulenza è finita nelle mie mani nel tempo cronologico che va dal 1° al 12 dicembre 2016, perché il 13 dicembre viene depositata l’istanza alla Corte d’appello. Me l’ha data Giangavino Sulas, che mi ha detto anche chi gliel’ha consegnata, però stasera non lo dico perché devo ancora verificare”.
“Però, Lovati, stiamo chiacchierando… - è sbottato il conduttore -. Le posso dire ‘uomini, omuncoli, quaquaraquà‘? Allora non mi doveva dire che avrebbe fatto il nome oggi. Lei ha il dovere di dirlo questa sera, perché non può un uomo come lei non dire come stanno le cose”. “Va bene, non dirò il nome ma chi ha dato la consulenza a Giangavino Sulas - ha risposto Lovati - è lo 007 che fu intervistato il 2 febbraio 2017. Disse che i reperti analizzati dal dottor Fabbri sono andati a finire a Zurigo, in Svizzera. Avete capito? I reperti e la consulenza tecnica non sono genuini. Sempio è estraneo”.
Il giornalista Umberto Brindani, ospite della trasmissione, ha commentato: "Non posso che ribadire che Giangavino Sulas non ha passato questa cosa a nessuno per due ragioni: la prima è che era una persona che non si sarebbe mai prestata a un traffico illecito di atti secretati. Adesso addirittura scopriamo che questo scambio sarebbe avvenuto prima ancora che i documenti venissero secretati. Il secondo motivo è che ha fatto la famosa intervista al personaggio sbagliato, perché non era quello che aveva condotto l’indagine, tanto è vero che noi, giustamente, siamo stati querelati dallo studio Giarda e abbiamo dovuto trovare un accordo, altrimenti saremmo finiti in tribunale e saremmo stati condannati”.