Quinto giorno consecutivo di sciopero e blocco stradale in piazza Savio, a Genova, dei lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano. Martedì 2 dicembre hanno sfilato in corteo lungo l'A10, mentre ieri, giovedì 4, si sono creati momenti di tensione davanti alla prefettura, con l’occupazione della stazione Brignole. Oggi invece gli operai attendono notizie dagli incontri tra enti locali e il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Sindacati e lavoratori chiedono il ritiro del piano a “ciclo corto” presentato dal governo e 45 mila tonnellate di acciaio per lo stabilimento di Genova per alimentare la linea di zincatura fino alla chiusura della gara prevista a fine febbraio.
Intanto, però, tra i sindacalisti si starebbero verificando degli episodi poco piacevoli. Lo ha denunciato la Uil in una nota: "Questa mattina, davanti allo stabilimento Ilva, il segretario generale della Uilm Luigi Pinasco, il segretario organizzativo Claudio Cabras e tre delegati sono stati aggrediti a calci e pugni da individui con la felpa della Fiom, per poi essere braccati per almeno un chilometro". "È un episodio inaccettabile che non possiamo far passare in alcun modo – ha spiegato il segretario generale Uil Liguria Riccardo Serri -. Stiamo vivendo un momento drammatico per il lavoro nella siderurgia e queste persone mascherate da bulli pensano di fare il bello e il cattivo tempo spostando l’attenzione dal problema al regolamento di chissà quali conti”. E ancora: “Così si perdono di vista i veri obiettivi. Niente può giustificare umiliazioni, calci, pugni e violenza verbale con cui viene condotta questa vertenza da parte di alcuni soggetti improponibili”.
Dura condanna anche da parte del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Esprimo vicinanza e solidarietà ai delegati della Uilm che, questa mattina, a Genova, sono stati aggrediti: condanniamo l’attacco squadristico dei delegati della Fiom e stessa condanna ci aspettiamo da parte della Cgil e della Fiom”. Poi ha aggiunto: “Bisogna fare attenzione, perché la democrazia non si difende con le aggressioni. Se ci sono diversità di vedute e si aggredisce, si rischia di rasentare il terrorismo. È bene dirlo in modo chiaro, le tensioni non vanno risolte con le aggressioni. Non è questo il modo di confrontarsi. Possiamo avere posizioni diverse e le avremo; ci sono storie, sensibilità e valutazioni differenti: il pluralismo sindacale è una ricchezza per la democrazia, ma le aggressioni non sono mai giustificabili”.