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Leone XIV, celebrazioni, carbonara e il libro di un carmelitano: ecco come passerà le feste

di Caterina Maniaci sabato 20 dicembre 2025

4' di lettura

Davanti all’ampia finestra che si apre sui giardini e sul lago, sullo sfondo, nella morbida luce di un tramonto decembrino, seduto nello studio silenzioso il Papa rilegge per l’ennesima volta le pagine preziose di un piccolo libro che l’ha spesso accompagnato lungo la vita, ora appena rieditato dalla Libreria Vaticana Editrice. Pagine scritte nel lontano Seicento da un umile frate carmelitano, che faceva il cuoco nel suo convento. Eppure... Eppure “La pratica della presenza di Dio” di fra Lorenzo della Risurrezione, insieme agli scritti di Sant’Agostino, non ha mai smesso di illuminarlo, di aiutarlo nella preghiera e nella meditazione, come lui stesso ha sottolineato nella prefazione della nuova edizione.

La scena, ammettiamolo, è frutto di immaginazione, un’idea di come potrebbe passare qualche ora, o giorno, nelle prossime, intensissime settimane festive di papa Leone XIV, in un pausa ritagliata nella residenza di Castel Gandolfo. Ma si basa su elementi reali. Appena è possibile, il Pontefice vi si reca, lo ha fatto anche pochi giorni fa. Le visite a sorpresa non gli fanno certo difetto... Il libro citato è stato appena ripubblicato per l’appunto dalla Lev, con la prefazione del Pontefice, che lo ha ampiamente citato anche durante il recente viaggio di ritorno dal Libano.

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Il calendario fitto delle celebrazioni del primo Natale di Papa Leone XIV comincia il 24 dicembre alle ore 22, con la messa nella notte di Natale, il 25 dicembre alle ore 10 la messa di Natale e alle ore 12 la Benedizione Urbi et Orbi. Il 28 dicembre alle ore 12 ci sarà l’appuntamento con l’Angelus. A conclusione dell’anno, mercoledì 31 dicembre alle ore 10, l’Udienza Generale, alle ore 17 verranno celebrati i Primi Vespri e Te Deum in ringraziamento per l'anno trascorso. Come è tradizione il giorno successivo, il 1° gennaio, Leone XIV presiederà nella basilica di San Pietro la messa pela solennità di Maria santissima Madre di Dio nell’Ottava di Natale. Nello stesso giorno si celebrerà e ricorderà la 59esima Giornata mondiale della Pace.

Il sei gennaio, solennità dell’Epifania e conclusione del Giubileo, indetto da papa Francesco con la bolla Spes non confundit e sarà papa Prevost a presiedere il rito della chiusura della Porta Santa a San Pietro, alle 9.30. Sarà la seconda volta nella storia bimillenaria della Chiesa che ad aprire un Giubileo è stato un papa Francesco e a chiuderlo sarà il suo successore Leone XIV. Il precedente fu nel 1700 quando il Giubileo di quell'anno fu indetto da papa Innocenzo XII (con la bolla Regi saeculorum del 1699) , ma a causa della sua grave malattia e morte avvenuta il 27 settembre 1700, fu concluso dal suo successore papa Clemente XI.

Al di là della agenda ufficiale, che comunque non sembra lasciare molti spazi, Papa Leone potrebbe decidere di fare una visita a quella che per dodici anni è stata la sua casa: la Curia Generalizia dell’Ordine di Sant’Agostino, in Via Paolo VI. Qui ha vissuto dal 2001 al 2013 come Priore Generale dell’Ordine: anni intensi e ricchi di fraternità, preghiera e servizio. E ovviamente i pranzi. Nella stessa casa, padre Robert, come era chiamato dai confratelli il cardinale, condivideva tutto questo anche negli due ultimi anni in cui era stato chiamato da papa Francesco a presiedere il Dicastero per i Vescovi.

A proposito di pranzi, come potrebbe essere quello natalizio per il Pontefice? Al di là dei diversissimi gusti personali (come Papa Francesco con la pizza o Giovanni Paolo II con gli asparagi), i pontefici, come si evince da varie fonti, celebrano il Natale con menù tradizionali romani e italiani, che spesso includono primi piatti che più classici non si può, come i cappelletti e tortellini in brodo, e le lasagne e secondi a base di cappone in brodo o abbacchio impanato, accompagnati da fritti vegetali, dolci classici come struffoli (tradizione napoletana) e specialità regionali. Papa Prevost è vissuto in una casa in cui la cucina ha sempre rivestito un ruolo importante: sua madre Mildred Martinez, di origini spagnole e creole, era una grande cuoca che amava organizzare tavolate. Inoltre in casa Prevost si mangiavano spesso anche piatti italiani. Le origini del Papa, del resto, sono italiane, visto che suo nonno Giovanni Prevosto emigrò da Torino negli Stati Uniti nell'Ottocento. 

Sembra proprio che, dunque, il Pontefice ami la buona cucina e in particolare abbia un debole per quella peruviana, con preferenza per il ceviche (a base di pesce crudo), il capretto e gli stufati. Nei periodi trascorsi a Roma, però, padre Robert era solito fare la spesa e quando possibile cucinare da solo – ovviamente prima di diventare papa – avendo un debole per piatti come la carbonara. E poi per la pizza, ancor più con la salsiccia. E chissà che nel menù del 25 dicembre non compaia proprio un piatto di carbonara, a buon diritto un’eccellenza italiana.

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