"I tre figli dei Trevallion sono bambini fantastici, educati, rispettosi. Ma hanno delle difficoltà che non possono essere taciute": lo ha spiegato Marika Bolognese, la curatrice speciale dei piccoli della famiglia nel bosco. La vicenda arriva da Palmoli, in provincia di Chieti, Abruzzo. Lì due coniugi australiani, Nathan e Catherine, avevano scelto di vivere in un casolare tra i boschi. E proprio per questo il tribunale dei minori dell'Aquila ha deciso di allontanare da loro i tre figli di 6 e 8 anni, giudicando non adeguato il luogo in cui stavano crescendo.
Di lì il trasferimento dei piccoli, lo scorso 20 novembre, in una casa famiglia a Vasto, dove a seguirli c'è, tra gli altri, la curatrice Bolognese. Quest'ultima ormai ha imparato a conoscere bene i tre bambini. "Si tratta di bambini ben più maturi della loro età - ha spiegato la curatrice -. Hanno maturato esperienze sul campo. Però quando la più grande di otto anni ha difficoltà a scrivere correttamente il suo nome e cognome, non si può soprassedere".
Nella nuova struttura in cui si trovano, i bambini sono stati avviati a un percorso scolastico simile a quello dei compagni della loro età. Dopo che la mamma ha accolto positivamente gli orari di insegnamento cui i figli sono sottoposti, Bolognese ha parlato di "criticità superabili". E non solo: si è parlato anche dell'apertura e della disponibilità dei genitori al dialogo. Dunque, anche se ieri - venerdì 19 dicembre - la Corte d’Appello ha respinto il ricorso dei legali dei Trevallion contro l'allontanamento dei piccoli dalla famiglia, in futuro la Cassazione potrebbe rivalutare positivamente i progressi avvenuti da un mese a questa parte. A dirlo esplicitamente è stata proprio la curatrice nella sua ultima relazione, che ha fatto riferimento anche al fronte pediatra e vaccinazioni: "Appare significativo rilevare come l’attuale atteggiamento dei genitori risulti mutato in senso positivo. Entrambi, infatti, hanno manifestato la volontà di aderire alle prescrizioni mediche indicate".