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Influenza K, tosse e rischio polmoniti: è boom, l'ha presa mezza Italia

di Giorgia Petani sabato 20 dicembre 2025

3' di lettura

Attenzione, perché potrebbero costarci cari, questi baci e abbracci natalizi. Parola del virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, Fabrizio Pregliasco. A preoccupare gli italiani è quest’influenza stagionale, e in particolare la cosiddetta “variante K”. In ogni caso, il virus sta mostrando caratteristiche inedidegna (23,61 casi per mille) e Campania (21,07), dove in soli sette giorni l’intensità è passata da bassa o media a molto alta, il massimo della scala. Intensità alta anche in Sicilia (17,61 casi per mille). A preoccupare è soprattutto l’aumento delle polmoniti, che nei soggetti più fragili possono avere conseguenze molto complicate.

«La caratteristica principale di questa variante è la facilità e l’intensità con cui si diffonde», spiega a Libero il prof. Pregliasco. «Avevamo già previsto che quest’anno sarebbe stato piuttosto florido dal punto di vista della diffusione» sottolinea il virologo, ricordando come si sia attuato lo stesso scenario prima in Australia, poi in Giappone e successivamente, con un certo anticipo, nel Nord Europa e in Inghilterra. In effetti, la circolazione della variante K si inserisce in un contesto già complesso, «segnato dalla contemporanea presenza di altri virus respiratori e da una popolazione che, negli ultimi anni, ha ridotto l’esposizione naturale ai virus influenzali». Ecco spiegato il motivo per cui moltissimi italiani stanno facendo i conti con tossi severe e persistenti.

E dunque, si tratta di una nuova variante, ma è importante sottolineare «che non emerge nulla di drammatico (concetto peraltro rimarcato anche dall’Istituto Superiore di Sanità: «Non è più grave del solito», ndr). È ni possono essere più impegnativi, soprattutto nei soggetti a rischio, ma questo non significa che la situazione sia fuori controllo». Da non dimenticare poi il Covid, «che anche se è “passato di moda” continua a fare la sua parte. Per questo motivo ci tengo a sottolineare l’importanza del vaccino, soprattutto nei soggetti più a rischio». Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, i test mostrano che i vaccini continuano a proteggere, ma non è chiaro se consentano di evitare del tutto l'influenza. Per Pregliasco comunque, come detto, non è il caso di drammatizzare e di pensare subito a questa “variante K” al primo segno di costipazione: in questo periodo circolano anche altri virus e infezioni respiratorie che contribuiscono ad aumentare sintomi e contagi.

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Non bastano quindi un po’ di stanchezza e il naso che cola, questa variante la si può facilmente riconoscere da tre caratteristiche principali: «Esordio brusco con febbre a 38 °C, dolori muscolari e articolari e sintomi respiratori come tosse e raffreddore: se sono presenti questi tre elementi, è probabile che si sia stati contagiati. In alcuni casi può verificarsi anche una sovrapposizione batterica». Il consiglio del virologo è quello di assumere farmaci che aiutino a limitare i sintomi, ma no all’antibiotico fai da te.

La circolazione della variante K non deve allarmare, «ma va presa sul serio», evidenzia ancora Pregliasco, che specifica come vaccinarsi anche a stagione iniziata sia utile: laprofilassi non solo riduce il rischio di ammalarsi gravemente, ma contribuisce a limitare la circolazione stessa del virus, proteggendo indirettamente anche chi è più vulnerabile. A incidere sui numeri dell’ondata di casi sono poi anche i più piccoli, che rappresentano un grande veicolo di contagio. La variante K fa penare chi ne viene contagiato per quattro/cinque giorni, ma si arriva a forme influenzali anche più severe che durano anche più di una settimana. È però troppo presto per dire se l’influenza abbia raggiunto il picco stagionale: siamo infatti ancora nella fase iniziale, e i numeri potrebbe salire ancora fra Natale e Capodanno.

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