Gli uomini della Procura della Repubblica di Torino stanno già passando al setaccio le immagini degli scontri di ieri a Torino. Incrociando nomi, profili e casellari giudiziari della solita banda di guerrieri urbani che da anni non perdono alcuna occasione per protestare, manifestare, bloccare treni e scendere in piazza. L’elenco dei “segnalati” si allunga di settimana in settimana. Dopo il fermo della Flotilla (3 ottobre) i compagni di Askatasuna e dintorni accorsero per bloccare il traffico ferroviario, beccandosi una bella denuncia per interruzione di servizio pubblico. Con multe e sanzioni personali a contorno come se non bastasse l’allungarsi dei procedimenti penali a loro carico.
A scorre le carte del Gruppo Terrorismo ed Eversione dell’Ordine democratico della Procura di Torino saltano fuori spesso i nomi dei ragazzotti più “esuberanti”. A colpire - scorrendo il decreto di perquisizione e sequestro dello scorso 11 dicembre - è sicuramente il nome di una faccia nota alla Digos locale: il torinese Fascio Francesco, classe 2005, è tra i più giovani insieme a Titone Viola (anche lei del 2005 ma di qualche mese più grande), Alessandria Fabio (2006), Choalla Ahmed Magdy Fetouh Abdel Fattah nato in Egitto nel 2004, così come è egiziano anche Elkomey Khale Ezzat Ibrahim Abd El Sa (classe 1998) Moro Ludovica (1996) e la signorina Munari Sara Andrea (2002) che solo 48 ore fa si affannava a gridare slogan contro il governo, la polizia, il sindaco e i soliti servi dle poter di contorno. Dopo quasi 30 anni di “attività” il ricambio generazionale sembra essersi compiuto. E anche un pericoloso salto di qualità nel livello di scontro.
Dopo gli assalti a Leonardo, Ogr, le due stazioni di Porta Nuova e porta Susa, Città Metropolitana e l’invasione della redazione de La Stampa, gli uomini della Digos e dell’antiterrorismo stanno accentuando il monitoraggio dei componenti più focosi. Le battagli no Tav in Val di Susa - con le temperature in picchiatasembrano aver lasciato il passo ai cortei cittadini con trasferte opportunamente studiate per “fare casino”. Come quando alcuni del collettivo torinese organizzarono una trasferta a Bologna per dare man forte ai compagni che protestavano perché la squadra israeliana di Tel Aviv, il Maccabi, doveva confrontarsi con la Virtus bolo gnese. E poi, la scorsa estate, i viaggi verso Genova per dare supporto alle barche della Flotilla italiana che stavano partendo alla volta di Gaza. Insomma, individuata l’occasione per protestare - e magari scontrarsi a colpi di di pietre e bottiglie lanciate contro le forze dell’ordine - gli attivisti sembrano ben disposti alla trasferta. Adesso bisognerà vedere se e chi pagherà le sanzioni da 978 euro ai 15mila euro recapitate a questi ragazzi (come riporta il Manifesto di ieri) per le azioni di protesta e guerriglia. Il termine per pagare dovrebbe scadere entro 60 giorni...