Si discute attorno alla nuova ombra rinvenuta - secondo lo scoop del Tg1 - nella villetta di Garlasco. Una traccia che nelle prime indagini era stata esclusa perché non considerata rilevante data la mancanza di tracce ematiche visibili ma su cui adesso – grazie a più moderne analisi – invece sarebbe presente il sangue della vittima. Non solo, perché la nuova impronta in cima alle scale sarebbe anche compatibile con l’ormai celebre traccia 33 lasciata sul muro dall’aggressore e che era stata attribuita ad Andrea Sempio.
Ecco allora che la procura di Pavia ipotizza una nuova sequenza dell’omicidio: Chiara sarebbe stata sorpresa e colpita una prima volta vicino l’ingresso della villetta. Poi nel salone della casa e infine vicino al tavolino del telefono dove la ragazza avrebbe tentato una chiamata disperata. L’assassino avrebbe poi trascinato o sollevato il suo corpo e l’avrebbe gettata giù dalle scale della cantina, dove sarebbe rimasto a osservare la scena e avrebbe lasciato tracce di scarpe e mani. Dubbi poi sull’orario della morte di Chiara Poggi: la nuova perizia disposta dalla procura sposterebbe le lancette dell’orologio in avanti rispetto a quanto stabilito dalla Cassazione che, grazie anche a questo dato, ha condannato l’ex fidanzato e unico condannato per l’omicidio, Alberto Stasi.
Il motivo? Secondo la sentenza che ha portato alla condanna definitiva di Stasi, l’aggressione mortale si sarebbe consumata in circa 18 minuti, tra le 9:12 e le 9:35 del mattino. Questa ricostruzione si basava sul fatto che l’allarme di casa era stato disattivato in quel lasso di tempo e che, subito dopo, Stasi si era messo al computer per lavorare alla tesi. Tuttavia, i nuovi accertamenti ipotizzano che la morte possa essere avvenuta più tardi, probabilmente tra le 11:00 e le 11:30, suggerendo che la vittima possa aver lottato contro il suo assassino in un arco di tempo più ampio.