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Da Scrooge al Grinch, se anche Natale ha bisogno dei cattivi

I personaggi che rappresentano un polo negativo che costruisce la tensione e la trama contro cui gli ideali del 25 dicembre, ad ogni modo, si devono affermare
di Maurizio Stefanini giovedì 25 dicembre 2025

3' di lettura

A San Giustino, cittadina in provincia di Perugia, per le feste la Polizia Locale ha accompagnato in visita nella scuole pubbliche un Babbo Natale che ha regalato ai bambini un album del Grinch da colorare. Straordinario corto circuito tra due personaggi entrambi importati dalla cultura Usa, che dovrebbero rappresentare i due poli opposti del 25 dicembre, e che però sempre più spesso stanno iniziando ad andare insieme. Dal videogioco del Grinch in offerta su Amazon a un minimo storico, ai Natali con il Grinch organizzati per bambini dalla Val d’Aosta alla Puglia e dalla Sicilia alla Romagna; dal Merry Grunchmas della campagna natalizia di McDonald's allo spot “grinchiano” di Walmart fin dal Black Friday; dall’altro spot di Crocs alle statuette nei presepi e alle immagini dei pigiama da regalare a Natale: è onnipresente il curioso umanoide verde nemico del Natale che fu inventato nel 1957 dallo scrittore e fumettista statunitense Dr. Seuss pseudonimo di Theodor Seuss Geisel -, ma soprattutto fu lanciato dal cartone animato del 1966 e dal film con Jim Carrey del 2000.

Buttandola in politica, per dirla alla Giovannino Guareschi, qualcuno legge in questa evoluzione la capacità del capitalismo di neutralizzare e cooptare anche i suoi critici. Ma in realtà già nella storia originale il Grinch alla fine capisce lo spirito del Natale e diventa buono. Insomma, è un cattivo che serve a dimostrare il potere redentore della festa anche verso coloro che potrebbero sembrarvi più ostili. In effetti, è la stessa evoluzione che aveva avuto 114 anni prima del Grinch l’Ebenezer Scrooge del Canto di Natale di Charles Dickens. Banchiere anziano, avarissimo e crudele che odia il Natale, ma proprio la notte del 24 dicembre viene visitato prima dal fantasma di un suo defunto socio, e poi dagli spiriti del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro, che dopo avergli messo una paura tremenda fanno diventare anche lui buono.

A parte ispirare nome e carattere del disneyano Uncle Scrooge, in italiano Paperon de’ Paperoni o Zio Paperone, il racconto è stato trasposto in quasi una settantina tra film e telefilm, per non contare trasposizioni radiofoniche e videogiochi. C’e anche un film disneyano del 1983, dove appunto Scrooge è Paperone e il suo dipendente Topolino. Ma ce ne sono anche uno con i Muppets, uno con Barbie, uno con gli Antenati Flinstone, e un film italiano del 2022 che sposta la vicenda nella Roma del 1829, in un clima tra Rugantino e Marchese Del Grillo, e dove il Natale futuro mostra la Repubblica Romana del 1849. Ma ancora più sono le derivazioni. Appunto lo stesso Grinch; ma anche il Mr. Potter del classico hollywoodiano di Frank Capra del 1946 La vita è meravigliosa, che però non diventa buono, anche se c’è comunque un lieto fine. Ne è una variante lo Ian Hawke punito alla fine di Alvin Superstar.

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Ma anche i cattivi non redenti hanno un loro ruolo, specie al cinema. Da Harry Lime e Marv Merchants, i due banditi svaligiatori paticcioni che il Natale lo trascorrono a saccheggiare case i cui proprietari sono partiti per le feste e che sono umiliati dalle trappole del piccolo protagonista di Mamma ho perso l’aereo; all’inquietante e ambiguo capotreno di Polar Express, di cui non si capisce bene se è buono o cattivo; fino ai mostruosi Oogie Boogie di Nightmare Before Christmas, Krampus di Natale non è sempre Natale e Stripe dei Gremlins. (Bumble di Rudolph la renna dal naso rosso è un mostro che però diventa anche lui buono). Comunque, rappresentano un polo negativo che costruisce la tensione e la trama contro cui gli ideali del Natale si devono affermare.

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