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"La strega nel bosco": il caso che scuote l'Italia

di Redazione martedì 30 dicembre 2025

2' di lettura

La chiamano ormai così, la “strega nel bosco”. Un’espressione che sembra uscita da una fiaba cupa, ma che rimanda a una storia reale, accaduta nei dintorni di Bolzano e finita all’attenzione del Tribunale per i minorenni. Una vicenda raccontata dal quotidiano Alto Adige, che ha portato alla sospensione della responsabilità genitoriale di una madre e all’allontanamento del figlio.  Una situazione familiare sempre più difficile, segnalazioni ripetute e infine l’intervento del Tribunale per i minorenni.

La donna accusata di gravi maltrattamenti sul figlio avrebbe progressivamente isolato il bambino, smettendo di mandarlo a scuola e impedendogli di ricevere cure mediche, cibato solo con biscotti. Dopo la morte del marito, la donna si sarebbe progressivamente isolata, vivendo ai margini, lontana dalle relazioni e dalle regole della vita quotidiana. Il bosco, la casa appartata, il distacco dalla scuola e dai servizi sanitari: segnali che, col tempo, hanno fatto emergere una situazione sempre più preoccupante.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il bambino sarebbe cresciuto in un clima dominato da superstizioni e convinzioni ossessive. Dolori e disagi venivano spiegati come effetti di presunte maledizioni, mentre la realtà quotidiana fatta di scuola, cure, alimentazione adeguata veniva progressivamente abbandonata. Un mondo chiuso, costruito attorno a paure e credenze, dal quale il minore non aveva possibilità di uscire da solo. A far scattare l’allarme sarebbero state le segnalazioni provenienti dall’ambiente scolastico, dopo episodi di tensione e presunte minacce rivolte alle insegnanti. Gli accertamenti avrebbero fatto emergere un contesto educativo compromesso. La madre avrebbe trasmesso al figlio convinzioni legate a superstizioni e pratiche sciamaniche, arrivando ad attribuire a presunte maledizioni. Dopo mesi di verifiche, i carabinieri sono intervenuti con un decreto del Tribunale per i minorenni, disponendo l’allontanamento del bambino dall’abitazione materna. Il minore è stato inserito in una comunità, dove riceverà assistenza e supporto. Un caso che si inserisce in un quadro più ampio, come mostrano i dati dell’anno giudiziario a Bolzano, dove i reati legati ai maltrattamenti in famiglia restano tra i più frequenti.

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