Matteo Bassetti
Una tragedia ha colpito profondamente la comunità di Pietracatella, in provincia di Campobasso. Sara Di Vita, 15 anni, e sua madre Antonella Di Ielsi, 50 anni, sono morte nelle ultime ore all’ospedale Cardarelli, dopo una cena a base di pesce la Vigilia di Natale per una sospetta epatite fulminante legata ad una intossicazione alimentare. Figlia e padre erano ricoverati in rianimazione, la madre in medicina. La notizia ha lasciato sgomenta la cittadina, dove parenti, amici e vicini faticano a comprendere come sia stato possibile un simile dramma all’interno di una stessa famiglia.
Secondo le prime informazioni fornite dalle autorità, tra le piste seguite dagli inquirenti c’è quella di un possibile avvelenamento da topicida contenuto nella farina. La sostanza chimica potrebbe aver provocato un’epatite fulminante, una forma grave e rapida di danno epatico che può portare alla morte in poche ore o giorni. I magistrati e i periti stanno cercando di ricostruire come e dove la sostanza tossica fosse presente, e se sia stata ingerita accidentalmente o meno.
La vicenda ha destato grande preoccupazione anche per la rapidità con cui si sono manifestati i sintomi. Il rischio, spiegano gli esperti, è che l’esposizione a certe sostanze chimiche o tossine possa colpire in maniera acuta, ma allo stesso tempo risulta difficile capire come solo alcune persone possano essere state interessate, senza coinvolgere l’intero nucleo familiare o altre persone che avrebbero potuto entrare in contatto con gli stessi alimenti. A fare chiarezza sui possibili scenari è intervenuto Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, intervistato dall’agenzia Adnkronos Salute. L’esperto sottolinea che «un topicida può provocare un quadro di epatite gravissimo, ma può anche somigliare a quello causato da altre sostanze, come funghi velenosi, o da infezioni virali ad esempio il virus E trasmesso dal pesce o, raramente, il virus dell’influenza A».
Bassetti evidenzia però un punto critico: «Non riesco a comprendere come la sostanza possa aver colpito solo tre persone senza interessare l’intero nucleo familiare o altre persone esposte». La sua osservazione solleva interrogativi importanti e mette in luce alcune incongruenze nel caso, suggerendo che sarà necessario chiarire con precisione l’origine e la diffusione della sostanza tossica.
L’ipotesi di avvelenamento da farina contaminata resta, al momento, solo una delle piste aperte dalle autorità, ma già da sola solleva interrogativi sulle modalità con cui simili incidenti possono verificarsi.
Le indagini proseguono senza sosta: gli inquirenti stanno raccogliendo campioni, analizzando alimenti e verificando eventuali contatti esterni, per ricostruire con precisione la catena degli eventi. L’obiettivo è comprendere se si sia trattato di un avvelenamento accidentale, di una contaminazione ambientale o di un gesto volontario. Intanto la comunità di Pietracatella resta sotto shock.
In attesa dei risultati delle analisi e degli sviluppi delle indagini, il caso rimane aperto, e le dichiarazioni di esperti come Matteo Bassetti aiutano a comprendere la complessità del quadro clinico e le difficoltà nel ricostruire dinamiche che, al momento, appaiono ancora parzialmente incomprensibili.