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Settimana corta, la proposta di Scotto (Pd): “Il problema della produttività? Solo un alibi”

venerdì 3 maggio 2024
2' di lettura

Arturo Scotto, deputato del Partito democratico, è ospite di Parlamentari scatenati, la rubrica dedicata ai disegni di legge e alle proposte di legge dei parlamentari. È sua una delle proposte di legge, ora incardinate in Commissione lavoro, per applicare dei contributi fiscali per favorire la stipulazione di contratti collettivi volti a sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro. Intervistato da Costanza Cavalli, l’Onorevole spiega in che cosa consiste: “Vorremmo trasformare il Fondo Nuove Competenze in un fondo che agevoli anche la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: si tratterebbe di 100 milioni per il 2024, 200 per il 2025 e il 2026. È una strada già intrapresa da altri Stati europei e vorrebbe dire dare nuovo tempo di vita ai lavoratori, necessità molto sentita soprattutto dalle generazioni più giovani e sempre di più dopo la pandemia”. Ma se la sperimentazione è a favore delle imprese perché dovrebbe farsene carico lo Stato, e quindi tutti i cittadini? “Molte imprese non pensano che la riduzione dell’orario di lavoro sia positiva, la percepiscono come un’insidia. Dobbiamo quindi incentivare il nostro modello produttivo a innovarsi, c’è bisogno di una spinta”. Come garantire la stessa produttività con una settimana di soli quattro giorni lavorativi? “Il tema della produttività è confutabile: abbiamo già una scarsa produttività, perché i salari sono troppo bassi e i rapporti di lavoro sono troppo saltuari, e il nostro sistema produttivo soffre di nanismo, ha una scarsa predisposizione all’innovazione”. E continua: “Non vogliamo però essere invasivi con imprese e parti sociali: per questo dobbiamo passare da un Fondo che incentivi la sperimentazione. Tra tre, quattro anni saremo dentro un'altra Italia: quando le buone pratiche cominciano a correre diventano contagiose”.

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Iran, Khamenei: "Qualsiasi intervento Usa provocherà danni irreparabili"

 "Le persone intelligenti che conoscono l'Iran, la nazione iraniana e la sua storia non parleranno mai a questa nazione con un linguaggio minaccioso, perché la nazione iraniana non si arrenderà e gli americani dovrebbero sapere che qualsiasi intervento militare statunitense sarà senza dubbio accompagnato da danni irreparabili". Lo ha affermato la Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, in un messaggio televisivo alla nazione. "Israele ha commesso un grave errore e sarà punito per le sue azioni. L'Iran non perdonerà l'entità sionista per aver violato il suo spazio aereo e non dimenticherà il sangue dei suoi martiri", ha aggiunto Khamenei. "La nazione iraniana resiste fermamente a una guerra imposta, così come resisterà fermamente a una pace imposta, e questa nazione non si arrenderà a nessuno". 

Idf, il video del blitz brutale: che fine fanno gli elicotteri iraniani

Mercoledì l'esercito israeliano ha dichiarato che i suoi "aerei da combattimento hanno completato una serie di attacchi su obiettivi militari nell'Iran occidentale". L'Idf parla di "circa 25 aerei da combattimento che hanno colpito oltre 40 componenti di infrastrutture missilistiche dirette verso lo Stato di Israele, compresi siti di stoccaggio missilistico". Inoltre hanno aggiunto che questa mattina "hanno colpito cinque elicotteri d'attacco iraniani AH-1 che si trovavano in una base militare nella zona di Kermanshah".

Allo stesso tempo i Guardiani della Rivoluzione (pasdaran) hanno annunciato di aver lanciato missili ipersonici contro Israele nell'ultima tornata di attacchi notturni, l'11esima dall'inizio della guerra, e dopo che Donald Trump ha chiesto la "resa incondizionata" della Repubblica Islamica. È stata effettuata "l'11esima ondata dell'orgogliosa Operazione Vera Promessa 3 con missili Fattah-1", hanno affermato i Guardiani della Rivoluzione in un comunicato trasmesso dalla televisione di stato, rimarcando come i missili abbiano "fatto tremare i rifugi".

I missili ipersonici viaggiano a una velocità cinque volte superiore a quella del suono e possono manovrare in volo, il che li rende difficili da intercettare. Aerei militari israeliani hanno invece preso di mira la capitale iraniana anche prima dell'alba, dopo che l'esercito ha diramato un avvertimento ai civili di lasciare una specifica area di Teheran per la loro sicurezza. L'esercito israeliano ha successivamente dichiarato di aver colpito siti di produzione di armi e un impianto utilizzato per la produzione di centrifughe. 

Ue, Kallas: "La Russia è già una minaccia diretta per l'Unione"

"La Russia rappresenta già una minaccia diretta per l'Unione europea. La Russia sta violando il nostro spazio aereo, conducendo manovre militari provocatorie vicino ai confini dell'Ue, prendendo di mira i nostri treni e aerei, attaccando i nostri oleodotti, i cavi in fibra ottica sottomarini e le reti elettriche, sta aggredendo la nostra industria, comprese le aziende che sostengono l'Ucraina, e sta reclutando criminali per compiere atti di sabotaggio". Lo ha detto l'Alta Rappresentante Ue, Kaja Kallas, intervenendo alla sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo. "L'anno scorso la Russia ha speso per la difesa più dell'Unione europea nel suo complesso. Quest'anno la Russia sta spendendo per la difesa più di quanto spenda per la sanità, l'istruzione e la politica sociale messe insieme", ha aggiunto Kallas. 

Iran-Israele, Khamenei: "La battaglia ha inizio"

Sono continuati nella notte di scambi di missili tra Israele e Iran. L'Idf ha eseguito una serie di nuovi attacchi nella zona della capitale Teheran: secondo Human Rights Activists sarebbero 600 le vittime iraniane. "La battaglia ha inizio" ha annunciato la guida suprema Ali Khamenei, in risposta alle parole del presidente americano Donald Trump che ha chiesto la resa incondizionata dell’Iran e sta valutando l'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto, precisando che Washington per “il momento” sta rinviando l’uccisione dell'ayatollah. Gli Usa hanno intanto schierato altri caccia in Medio Oriente e starebbero valutando un attacco contro gli impianti nucleari iraniani.