L'omicidio di Villa Pamphili? In estrema sintesi, colpa del governo Meloni. La sciacallata arriva ancora una volta dal Partito democratico. La senatrice dem Cecilia D'Elia, infatti, ha pensato bene di presentare un'interrogazione a Matteo Piantedosi. "Ho presentato, insieme alla senatrice Valeria Valente e al senatore Filippo Sensi e altri colleghi, un'interrogazione urgente al ministro dell'Interno, per fare chiarezza sui fatti che hanno condotto al tragico ritrovamento, lo scorso 7 giugno, dei corpi senza vita di una donna e di una bambina di circa sei mesi all'interno del parco di Villa Pamphili a Roma. Dalle ricostruzioni giornalistiche e dalle indagini risulta che l'uomo fermato per i due omicidi — identificato inizialmente come Rexal Ford, nome successivamente risultato falso — era già stato segnalato in almeno tre occasioni precedenti alle forze dell'ordine per episodi di violenza, sempre in compagnia della donna e della bambina", riferisce la vicepresidente della Bicamerale Femminicidio prima di arrivare al punto.
"Nonostante ciò - ecco l'accusa -, non è mai stata accertata l'identità della donna, né sono state adottate misure di protezione o separazione nei confronti della coppia. Per questo abbiamo voluto chiedere al ministro di fare chiarezza su questo ennesimo caso di femminicidio che sembra mettere in evidenza gravi lacune nel sistema di prevenzione e protezione previsto anche dalla Convenzione di Istanbul".
Da qui la richiesta su "cosa intenda fare il governo e quali risorse intende investire per garantire una formazione delle forze dell'ordine, che sia efficace per riconoscere tempestivamente i segnali di violenza, anche se non esplicitamente denunciati, e intervenire adeguatamente per tutelare le vittime. Non possiamo accettare - conclude D'Elia - che troppo spesso a fronte di ripetuti allarmi, donne e bambini restino soli di fronte alla violenza". Insomma, una sciacallata in pieno stile Pd.