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Milano-Cortina, Malagò: "Obiettivo consolidare squadra hockey"

venerdì 6 settembre 2024
1' di lettura

“Abbiamo una grande opportunità, negli sport di squadra chi ospita le Olimpiadi ha di diritto la possibilità di giocare, bisogna quindi onorare al meglio questo onore che abbiamo. Lo facciamo iniziando un anno e mezzo prima iniziando un percorso che ci premetta di fare la migliore figura possibile. Deve servire a proiettare e consolidare una squadra italiana post Milano-Cortina 2026, Jukka non sarà solo l’allenatore della prima squadra, ma il coordinatore di tutte le nazionali”. Lo ha detto Giovanni Malagò, presidente del Coni e Fondazione Milano Cortina 2026, a margine della presentazione del nuovo head coach della Nazionale italiana di Hockey, Jukka Jalonen. “Se non riusciamo ad ampliare la cultura sportiva del Paese -continua Malagò- ospitando le olimpiadi, con l’Italia che gioca, con un allenatore del genere, avremo fallito. Sono sicuro che avremo il sold out, arriveranno da tutte le parti del mondo e noi ci saremo”.

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Ucraina, Putin accusa Kiev: “Rifiuta la pace” e avverte su nuovi avanzamenti russi

Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina di rifiutarsi di porre fine alla guerra con “mezzi pacifici”. Le dichiarazioni sono arrivate in apertura della conferenza stampa di fine anno a Mosca, un appuntamento seguito con attenzione anche per le possibili risposte del Cremlino al piano di pace per l’Ucraina sostenuto dagli Stati Uniti. Secondo Putin, Kiev non sarebbe disposta a chiudere il conflitto attraverso il dialogo, pur riconoscendo l’esistenza di alcuni segnali che indicherebbero una possibile apertura a forme di confronto. Il leader russo ha utilizzato l’evento per ribadire la propria linea politica e per intervenire su temi di politica interna e internazionale.

Usa, nuovi attacchi contro barche dei narcos nel Pacifico: cinque morti

L’esercito statunitense ha annunciato di aver condotto altri due attacchi contro imbarcazioni nel Pacifico orientale che, secondo le autorità, erano coinvolte nel traffico di droga. Le operazioni avrebbero causato la morte di cinque persone. Il Comando Sud degli Stati Uniti ha riferito sui social media che le imbarcazioni stavano navigando lungo rotte note per il narcotraffico e che l’intelligence ne avrebbe confermato il coinvolgimento in attività illegali. A supporto della ricostruzione sono stati diffusi video che mostrano le barche in movimento prima di essere colpite.

Non sono state fornite ulteriori prove a sostegno delle affermazioni. Secondo quanto comunicato dall’esercito, tre persone sono morte su una delle imbarcazioni e due sull’altra. Con questi ultimi episodi sale a 28 il numero complessivo di attacchi noti contro imbarcazioni sospettate di traffico di droga, con almeno 104 vittime totali secondo i dati diffusi dall’amministrazione statunitense. Il presidente Donald Trump ha difeso la campagna militare definendola una necessaria escalation per contrastare il flusso di droga verso gli Stati Uniti, parlando di un vero e proprio “conflitto armato” con i cartelli. L’operazione è tuttavia oggetto di crescente attenzione e critiche da parte di alcuni legislatori, soprattutto dopo il primo attacco di inizio settembre, seguito da un secondo intervento che aveva causato la morte di due sopravvissuti rimasti aggrappati ai resti di un’imbarcazione colpita.

Il grande errore delle startup? Pensare che tutto dipenda dal funding

Nel mondo dell’innovazione, c’è una convinzione che si è fatta spazio quasi ovunque. Una di quelle idee che sembrano sensate, logiche, persino inevitabili… finché non ci sbatti contro.

È l’idea che il successo di una startup dipenda tutto – o quasi – dalla capacità di ottenere un investimento. E così si finisce nel solito giro:
pitch perfetti, business plan ultra dettagliati, incubatori che promettono accesso a fondi e contatti.
Sembra tutto giusto. Ma manca qualcosa.

Anzi, spesso manca quello che conta davvero.

Perché a furia di costruire per attrarre investitori, si rischia di perdere di vista ciò che rende un progetto solido, funzionante, capace di stare in piedi anche quando i fondi (ancora) non ci sono.

Nel video si parla proprio di questo.
Di come l’ossessione per il funding rischi di diventare una trappola.
Di come, pur con le migliori intenzioni, si possa finire a lavorare mesi su una presentazione… senza mai aver parlato con un cliente vero.
Di ciò che gli incubatori e acceleratori non sempre ti dicono.

E di cosa serve davvero, all’inizio, per non costruire solo una bella idea, ma un’azienda.


Se stai progettando la tua startup – o anche solo ragionando sulla direzione da prendere – questo video potrebbe aiutarti a spostare il focus dove serve davvero.

Guarda il video firmato Central Marketing Intelligence e scopri cosa mettere al centro, prima ancora degli investitori.

E se vuoi approfondire questo e altri temi fondamentali per chi guida un’impresa con visione strategica, da oggi è disponibile anche
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Hong Kong, i funerali del pompiere morto nell'incendio nel complesso residenziale

Ad Hong Kong si sono svolti i funerali di un pompiere che ha perso la vita nel più letale incendio della città degli ultimi decenni. Ho Wai-ho, 37 anni, è morto mentre combatteva il rogo che ha avvolto sette edifici in un complesso residenziale il 26 novembre scorso. Un carro funebre ricavato da un'autopompa ha trasportato la bara di Ho. Le autorità hanno sottolineato che le reti di nylon e i pannelli di schiuma di qualità scadente installati sulle finestre hanno contribuito alla rapida propagazione dell'incendio.