Sono 17 le persone arrestate nell'ambito dell'indagine coordinata dalla Procura di Napoli che ha permesso di smantellare un'organizzazione criminale che pianificava e metteva a segno truffe ai danni di anziani. L'inchiesta è nata a Genova, dove i Carabinieri hanno scoperto gli autori di una delle truffe poste in essere dall'organizzazione, con base logistica a Napoli; da lì è stato possibile ricostruire complessivamente 33 truffe, di cui 27 consumate e 6 tentate, perpetrate tra maggio 2024 e gennaio 2025, con profitti illeciti ancora in corso di quantificazione ma che superano di gran lunga i 300mila euro.
Il modus operandi seguiva sempre lo stesso schema: le vittime venivano contattate telefonicamente da sedicenti carabinieri o avvocati, i quali riferivano che un parente dell'anziana vittima, di solito un figlio o un nipote, aveva provocato un incidente stradale con una persona gravemente ferita, spesso una donna incinta. A quel punto, approfittando dello stato di agitazione della vittima, i truffatori gli facevano credere che, per evitare l'arresto del proprio parente, sarebbe stato necessario pagare immediatamente una "cauzione" per risarcire il ferito, spingendo la vittima a mettere a disposizione il denaro e i gioielli custoditi in casa che, entro un breve lasso di tempo, un incaricato avrebbe ritirato. Per evitare che la vittima avesse ripensamenti o chiedesse aiuto, il "telefonista" continuava ininterrottamente a intrattenerla al telefono, rimarcando la gravità dei fatti e il poco tempo disponibile per risolvere la situazione, fino a quando il "trasfertista" prelevava i beni e si dileguava.
Siamo “nel mezzo dei negoziati di pace più intensi e mirati dall’inizio di questa guerra. Non stiamo parlando di una pausa o di una soluzione temporanea e incerta. Stiamo lavorando a stretto contatto con i partner per porre fine finalmente alla guerra russa contro l’Ucraina”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo discorso al Parlamento dei Paesi Bassi, sottolineando che Kiev ha ancora bisogno "dello stesso forte sostegno politico" di cui gode dall'inizio del conflitto.
L'esercito degli Stati Uniti ha annunciato che la Joint Task Force Southern Spear ha condotto un attacco in acque internazionali contro tre imbarcazioni ritenute coinvolte in attività di narcotraffico nell'Oceano Pacifico orientale. Nell'attacco, fa sapere l'Us Southern Command in un post pubblicato su X, "sono morti 8 narcoterroristi, 3 sulla prima nave, 2 sulla seconda e 3 sulla terza". L'attacco è stato condotto "sotto la direzione del Segretario Pete Hegseth" e, si legge ancora nel post, "l'intelligence ha confermato che le imbarcazioni stavano transitando lungo note rotte del narcotraffico nel Pacifico orientale ed erano coinvolte in attività di narcotraffico".
Il salvataggio, ripreso dall'alto da un drone, di un escursionista rimasto bloccato nelle sabbie mobili lo scorso 7 dicembre nel parco nazionale di Arches nello Utah (Stati Uniti). L'uomo, la cui identità non è stata resa nota, stava attraversando un piccolo canyon nel secondo giorno di un trekking di 32 chilometri quando è sprofondato fino alla coscia. Incapace di liberarsi, l’escursionista ha attivato un dispositivo di emergenza satellitare e sono arrivati i soccorritori della contea di Grand. Attraverso la telecamera, si vede un ranger del parco che lancia una pala all'uomo, ma le sabbie mobili tornano a richiudersi non appena l'uomo cerca di scavare.
Così, la squadra di soccorso ha posizionato una scala e delle assi vicino all’escursionista e ha lavorato lentamente per liberargli la gamba. A quel punto l'escursionista era rimasto in piedi nel fango quasi gelido, con temperature tra i -6 e i -1 gradi Celsius, per un paio d’ore. I soccorritori lo hanno riscaldato finché non è riuscito a stare in piedi e poi a camminare. Successivamente ha ripreso la marcia da solo, portando persino il suo zaino.
La Polizia di Stato di Bergamo ha arrestato un 47enne per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e concorso nella produzione di documenti falsi validi per l’espatrio. L'uomo, di origine eritrea, è finito in manette nell'ambito delle indagini avviate dalla Squadra mobile di Bergamo e dai poliziotti dell'Ufficio di Polizia di Frontiera presso l'aeroporto di Orio al Serio che, tra maggio e luglio scorsi, hanno arrestato 6 persone di nazionalità eritrea trovate in possesso di documenti falsi apparentemente prodotti in Europa, in particolare carte di identità spagnole, belghe e svedesi.
L'analisi dei viaggi effettuati dai migranti eritrei in partenza dall’aeroporto di Orio al Serio, con destinazione paesi del Nord Europa, ha consentito agli investigatori di ricostruire le modalità operative di gestione delle partenze. È emerso che le prenotazioni dei vari biglietti venivano effettuate da un unico soggetto sempre mediante la stessa casella di posta elettronica e utilizzando la medesima carta di credito. Le indagini si sono quindi concentrate sul 47enne, residente a Milano e con diversi precedenti per reati contro il patrimonio, da circa 20 anni in Italia in possesso di titolo di soggiorno per protezione sussidiaria. È stato così accertato che le persone che partivano da Orio al Serio venivano accompagnate in aeroporto dall’indagato, che forniva loro indicazioni fino alla successiva fase di imbarco.