Il rischio brogli getta un'ombra inquietante sul referendum sulla giustizia della prossima primavera. A sostenerlo è Antonio Di Pietro, ex magistrato di Mani pulite, ex ministro e uomo delle istituzioni a tutto tondo e oggi in campo per il "Sì" alla riforma.
"Si stanno già costituendo organizzazioni per controllare il voto degli italiani all'estero che, come già avvenuto in passato, raccolgono gli elenchi degli elettori, costruiscono e spediscono queste lettere, ci mettono il voto, all'insaputa del diretto interessato", ha spiegato Di Pietro venerdì in un suo intervento al convegno promosso a Napoli dal Comitato Sì Separa della Fondazione Einaudi.
"Mi riferisco a quelli iscritti all’Aire. Parliamo di due milioni di voti che spostano il risultato. Ci sono gruppi organizzati, appartenenti a specifici partiti politici e sindacati, che con questo sistema stanno già organizzando le ‘buste’ di voti da far arrivare in Italia. Un fatto che rischia di determinare una falsificazione del risultato. Lo voglio denunciare oggi prima che sia troppo tardi. Invito il governo, perché fa ancora in tempo, a fare una legge di un solo articolo che permetta agli elettori all’estero di votare di persona, alle ambasciate o ai consolati, con il proprio documento di identità. Una norma con la quale si applicano al referendum le stesse modalità di voto previste per le elezioni europee", è la proposta concreta di Di Pietro.
L'ex leader di Italia dei Valori ha quindi lanciato l'idea di stituire il comitato "Giustizia senza confini - Italiani nel Mondo per il Sì al referendum", come nuova articolazione del fronte favorevole alla riforma della giustizia, con un'attenzione specifica al voto degli italiani all'estero e al loro coinvolgimento attivo nel dibattito referendario. Il comitato, che vede il coordinamento di Andrea Di Giuseppe (Fratelli d'Italia), eletto nella circoscrizione Estero, "si inserisce nel quadro dei comitati per il sì, distinguendosi per il focus internazionale e per l'obiettivo di costruire una rete capace di informare, mobilitare e dare voce alle comunità italiane nel mondo, creando un collegamento stabile tra il dibattito nazionale e le esigenze dei cittadini residenti all'estero", viene evidenziato in una nota diffusa ai giornalisti. Secondo Di Giuseppe, "il voto degli italiani all'estero non è accessorio, ma parte integrante della democrazia. Questo comitato nasce per dare voce a cittadini che chiedono una giustizia più credibile, più efficiente e più vicina ai principi dello Stato di diritto". Secondo Di Giuseppe, il comitato "ha la funzione di spiegare ai cittadini italiani all'estero l'importanza della riforma della separazione delle carriere tra magistrati, sottolineando come le modifiche previste riguardino da vicino anche i connazionali residenti fuori Italia, che possono influenzare significativamente l'esito del referendum".
"Sbirri di me**a, Aska libero, Meloni dimissioni": una scritta in movimento è apparsa, probabilmente con l'aiuto di un proiettore, sulla facciata di un palazzo a Torino. Proprio a Torino un gruppo di manifestanti è sceso oggi in piazza per protestare contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna. La scritta in movimento, poi, è andata avanti. In particolare, è stato citato il sindaco Stefano Lo Russo, insultato e descritto come "servo infame". E infine si legge: "90 miliardi in guerra, questo è il risultato".
La nuova puntata di Camera con Vista, la trasmissione di Alexander Jakhnagiev prodotta da Agenzia Vista, in onda su La7 la domenica alle 09.40 e in replica il lunedì notte.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
"Dico sì all'amore, dico sì a una giustizia giusta". In un video di pochi secondi Martina Natale che oggi a Napoli ha sposato Roberto Peluso ha voluto far coincidere il giorno del matrimonio con un messaggio in abito bianco in vista del referendum.
Antonio Tajani critica gli scontri tra manifestanti e polizia avvenuti il 18 dicembre scorso a Torino dopo lo sgombero del centro sociale Askatasuna. "Penso che la legge debba sempre essere rispettata. Quando si viola la legge lo Stato ha il dovere di farla rispettare. Il ministro dell'Interno Piantedosi ha fatto rispettare la legge. Se i violenti vogliono continuare a fare violenza non possono pensare che lo Stato rimanga immobile. Distruggere aule, menare poliziotti, carabinieri, finanzieri che fanno il loro dovere non va bene. Tanti di questi sono figli di papà che se la prendono con i figli del popolo, come diceva Pasolini", ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, in visita all’ospedale Regina Margherita di Torino per la cerimonia dedicata "ai bambini del mondo". "Tutti sono liberi di manifestare, l'importante è che non ci siano messaggi violenti. Non ci facciamo intimidire. Torino è una città di buonsenso. Va rispettata anche dai centri sociali", ha aggiunto il leader di Forza Italia.