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L'assessore Landi non punta sul casinò: "Temo la piaga del gioco d'azzardo"

Il 16 settembre l'apertura del locale milanese in piazza Diaz. "Cercherò di introdurre una tassa per disincentivare la pratica"
di Roberto Amaglio sabato 28 agosto 2010

2' di lettura

Mancano due settimane all’apertura a due passi dal Duomo del primo casinò elettronico di Milano, un progetto che porterà denaro fresco alla Sisal (proprietaria del locale) e anche alla casse statali. Tuttavia non tutti guardano con entusiasmo le luci e i suoni delle slot machine che dal 16 settembre prossimo verranno attivate nella nuova sala giochi meneghina in Piazza Diaz. L’assessore alla Salute del Comune di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna, infatti, non nasconde la sua preoccupazione. "Non mi piace l'idea – ha dichiarato l'assessore - di spingere i milanesi a sperperare il loro denaro per far fare cassa al privato (la Sisal) e allo Stato. Perché il problema è che, in molti casi, la curiosità e l'attrazione per il gioco d’azzardo finiscono per assumere le caratteristiche di una vera patologia ossessivo-compulsiva. Basti pensare che nel capoluogo lombardo sono oltre 15mila i giocatori patologici, con diversi giovanissimi tra loro: in pratica 1,2 milanesi su 100 sono malati di carte e scommesse e che il 63,1% della popolazione cittadina si è lasciato tentare almeno una volta in un anno. Popolazione, questa, che contribuisce a far registrare sul territorio regionale il record nazionale delle puntate: oltre 12 miliardi di euro all’anno, inghiottiti, di monetina in monetina, dalle slot machine". "Il guaio - sottolinea l’assessore - è che coloro che si lasciano affascinare maggiormente dalle puntate sono proprio i minorenni, in particolar modo le ragazzine. Secondo dati recenti, ben uno studente ogni due, nella fascia che va dai 15 ai 19 anni, ha giocato almeno una volta alle slot machine nell’arco dell’ultimo anno. Nello stesso arco temporale è aumentato dal 29 al 36% la percentuale delle adolescenti contagiate dalla passione per il videopoker. Uno sport che vede i nostri studenti secondi solo a quelli campani". Per prevenire l’estendersi del virus del gioco, l’assessore sta pensando anche alla possibilità di introdurre una tassa specifica. "Sto studiando una tassa di virtù, ovvero un’imposta che serva a fornire aiuto e sostegno psicologico a chi ha dilapidato lo stipendio tentando compulsivamente la fortuna. Perché è bene ricordare che il gioco non fa male solo al portafogli ma anche alla salute. Lo sanno bene i medici del Fatebenefratelli che ai giocatori patologici diagnosticano una serie di disturbi quali ansia, cefalea, ipertensione arteriosa, crisi depressive, insonnia, disturbi gastrointestinali e cardiaci". Certo un giudizio severo sul nuovo casinò elettronico. Vedremo tra un paio di settimane cosa ne penseranno i cittadini milanesi.

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