Anarchia su strade e marciapiedi

Milano, Sala vuole i monopattini selvaggi fino al 2022

ENRICO PAOLI

Bella sì, la teoria. A parole son tutti lì a chiedere regole precise, quasi rigide, per l'uso dei monopattini in città. Come hanno fatto da tempo le grandi capitali del Nord Europa, a cui l'amministrazione comunale dice di ispirarsi da sempre, mettendo dei paletti assai rigidi per l'uso delle tavole con due ruote. E sarebbe pure l'ora di non veder più i mezzi per la «mobilità personale» lasciati dove capita, mettendo in crisi i pedoni, gli anziani e le mamme con le carrozzine, già a rischio per i ciclisti sui marciapiedi.

Ma fino a luglio del prossimo anno, a stabilirlo è una delibera di giunta del 23 aprile, nel capoluogo lombardo continuerà a regnare l'anarchia. Dunque dovremo continuare a sopportare il «prendo, uso e lascio dove capita», con quel tanto di arroganza da parte dei fruitori del mezzo da renderli un po' antipatici a tutti, ancora per un bel pezzo. Il provvedimento dell'esecutivo cittadino ha prolungato la sperimentazione «relativa alla mobilità in sharing con dispositivi per il trasporto personale, a propulsione prevalentemente elettrica» sino a quella data. Sulla decisione incide, e non poco, il visto ritardo per l'approvazione del nuovo Codice della strada.

Solo e soltanto il 15 aprile scorso la Commissione Trasporti della Camera ha iniziato a discutere la riforma, mentre al Senato era stato appena presentato un ulteriore disegno di legge. Per quanto riguarda i monopattini le novità più importanti sono la guida riservata ai maggiorenni, l'obbligo di casco e del giubbotto catarifrangente e il divieto di circolazione dopo il tramonto. Norme in grado di modificare radicalmente l'attuale scenario, basato solo sulla sperimentazione senza limiti. Soprattutto se, tra i contenuti in discussione, verranno approvati anche il limite di velocità a 20 km/h (confermando quello del Dm), la possibilità di circolare solo sulle strade urbane con un limite di 30 km/h, oltre che sulle piste ciclabili e, ovviamente, il divieto di sosta sui marciapiedi, con possibilità di rimozione. Sarebbe davvero una rivoluzione epocale.

Del resto basta fare una rapida panoramica sulle città europee per capire quanto siamo indietro. Prendiamo Londra. Nella City non è permesso guidare il monopattino sulle strade pubbliche, chi lo fa si becca una multa di 300 sterline e anche sei punti in meno sulla patente.

È consentito andare solo lungo le strade private (e quindi serve anche il permesso del proprietario), serve una patente (visto che sono considerati mezzi a tutti gli effetti), bisogna pagare delle tasse e superare annualmente il Mot, test sulla sicurezza dei veicoli. Anche in Svezia le regole sono più rigide. In molte città europee, il limite massimo di velocità è 25 km/h, ma qui è stata abbassata a 20.

Sempre nella penisola scandinava, in Danimarca, c'è la possibilità di limitare il numero dei mezzi e di farli parcheggiare solo in specifiche aree della città. Se il monopattino ostacola il passaggio dei pedoni, o viene lasciato di fronte alle porte, il guidatore si becca una multa di 35 euro. In Belgio ecco altre regole. La più importante è sull'età: 18 anni è il limite minimo per guidare. La velocità massima è di 25 km/h e si può andare anche sul marciapiede purché si vada a passo d'uomo. A Lione, infine, stanno pensando di rendere obbligatorio il casco.

A Milano le violazioni sono una valanga, ma sono state multate appena 455 persone per violazioni al Codice della strada. Le sanzioni sono state emesse nei confronti dei conducenti di questi mezzi dal primo gennaio 2020 al 24 marzo 2021. Sono 246, da giugno ad oggi, gli incidenti provocati dai monopattini, alcuni dei quali anche gravi, per i quali Areu è dovuta intervenire, un costo sociale a carico della comunità. Non a caso sullo sfondo del dibattito parlamentare sulla riforma del Codice della strada si staglia la possibilità che venga proposta anche una assicurazione obbligatoria. Vedremo come finirà. Nel frattempo, a Milano continueremo a dibattere sulla teoria, mentre la pratica continuerà a pestarci i piedi.