La mala movida colpisce ancora. Stavolta in via Verona, con i residenti di Porta Romana sempre più disperati. Ragazzi in strada fino all’alba, che urlano, si ubriacano, imbrattano e fanno corse e impennate con le moto. E se qualcuno prova a urlargli di fare piano questi, per tutta risposta, insultano e in alcuni casi sfasciano anche auto e moto in sosta o imbrattano i portoni di ingresso. Un delirio per le decine di famiglie che pensavano di aver comprato casa in un posto tranquillo, invece, da qualche mese, non c’è più pace e fioccano denunce alle forze dell’ordine contro l’inquinamento acustico in orari notturni e il degrado che va piano piano assumendo dimensioni da area di periferia. Gli inquilini dei vari condomìni hanno anche paura di tornare a casa tardi di notte e di entrare dagli ingressi principali, temono di trovarsi di fronte ragazzi ubriachi pronti a tutto, così bypassano il potenziale ostacolo arrivando a casa da ingressi posteriori. Segnalazioni a iosa, l’ultima in ordine temporale è stata fatta nelle scorse alla Unità di tutela da Inquinamento acustico, ma non è mai intervenuto nessuno, così dicono i residenti, salvo lo scorso 12 maggio quando una ragazza ha chiamato i carabinieri perché dei balordi stavano provando ad entrare nel suo appartamento. «Una situazione ormai ricorrente e insostenibile di disturbo alla quiete pubblica, degrado urbano e rischio per la sicurezza», dice un signore molto arrabbiato, «in particolare nel fine settimana numerosi gruppi di ragazzi si radunano stabilmente all’esterno dei portoni di ingresso, utilizzando il parcheggio di moto e motorini come area di bivacco, consumando alcolici, soprattutto Vodka, urinando dove capita e dando luogo a comportamenti pericolosi come la circolazione contromano e ad alta velocità e spesso in impennata». Comportamenti che non solo deturpano il decoro urbano e rendono invivibile l’ambiente ma pongono rischi concreti per l’incolumità delle persone oltre violare le norme del codice della strada.
L’affollamento di tanti giovani dipende, probabilmente, dalla presenza di locali della movida milanese. Alcuni abitanti del quartiere hanno provato ad arrivare al nocciolo della questione andando a parlare con i gestori dei bar i quali hanno riferito che molti di quelli che bivaccano in strada non sono loro clienti, tanti arrivano dal Corvetto, e hanno anche paura di andare a dirgli di andare via, temono che possano essere armati. I recenti fatti di cronaca sulla delinquenza in città hanno ingenerato un gran senso di insicurezza e preoccupazione. «Ogni sabato sera c’è gente che urla e si droga davanti casa», dice un altro signore della zona, «i bar spesso, non per colpa loro, sono frequentati da gente poco raccomandabile». «Non riusciamo più a dormire, non è vita questa», replica una signora. Una piaga che si estende a tutta la città tanto che i vari comitati di quartiere si sono uniti in un unico blocco, il Comitato Milano, affinché le segnalazioni e le proteste possano avere ascolto. «Il benessere dei cittadini dovrebbe essere il tema principale», dicono, «combattere il degrado, prendersi cura delle esigenze dei cittadini, far rispettare le soglie del rumore e tutte le infrazioni sanitarie; ridurre gli assembramenti, contrastare i vandalismi, sanzionare lo spaccio, punire e prevenire risse e violenze, assicurare una corretta mobilità, prendersi cura di aree verdi e monumenti...
Tutto questo dovrebbe essere il primo punto dell’agenda di qualsiasi amministrazione sana». E ancora: «A Milano queste basi sono ormai completamente ignorate. Ogni sera è un tracollo dello stato di diritto, dell’economia e della qualità di vita dei residenti». Un problema anche per i mezzi pubblici, sovente accade che il conducente della linea 67 di via Verona fa fatica a muoversi tra auto parcheggiate in posti improponibili, solo a suon di clacson e strombazzate la situazione si ripristina. «Ma non può essere che il divertimento», dice un residente, «debba essere sinonimo di mal costume. Siamo stati giovani tutti, ma qui si sta esagerando». Gli fa eco anche un amico che abita nel Municipio 4: «Da noi bivacchi, urla, l’autobus della linea 66 che ogni volta deve fare la gimkana per poter immettersi in Via Anfossi, il parco diventato una latrina a cielo aperto per smaltire tutte le birre bevute, macchine in divieto di sosta in curva e davanti alla fermata del bus, picnic sul prato, vietati peraltro dal regolamento del verde del Comune di Milano, con ringraziamento dei ratti che vi abitano. Era un angolo tranquillo è diventato uno schifo». Un tempo era la Milano da bere, oggi non più.