Il futuro del Meazza

San Siro, la giunta di Beppe Sala ostaggio dei comitati "no stadio": affossato il piano di Inter e Milan

Enrico Paoli

È un po' come con le ciclabili. Ad ogni comitato il suo bel pezzo di pista riservata alle due ruote. E pazienza se il traffico va in tilt, che si arrangino gli automobilisti. Ecco, più o meno è la cosa che dovranno fare Milan e Inter se davvero intendono realizzare il nuovo stadio di San Siro. Fra la scadenza capestro del prossimo 19 giugno, termine dell'ultima proroga concessa dal Comune alle società per la consegna di alcuni documenti di natura economico -finanziaria, e l'assalto dei comitati, guidati dal Comitato coordinamento San Siro, pronti a non votare il sindaco, Beppe Sala, se il progetto andrà avanti, il mosaico che si va componendo attorno all'opera urbanistica è quanto mai preoccupante.

Perché se da una parte c'è la chiara intenzione del primo cittadino, in corsa per essere rieletto, e della sua giunta di spostare a dopo le elezioni il dibattito sull'opera urbanistica, dall'altra c'è il «ricatto» dei comitati cittadini, pronti a coprire le incertezze della maggioranza di Palazzo Marino, divisa fra attendisti e oltranzisti, mettendo sul tavolo i voti di ben 30 comitati. A rendere plasticamente la situazione la Commissione consiliare convocata sul tema, aprendo la prospettiva a nuovi scenari, con l'assessore all'Urbanistica, Pierfrancesco Maran, più cauto del solito. Segno che su San Siro non vuol rischiare. Ma l'entrata da dietro del Comune, che aspetta dalle due società «le ultime documentazioni nei prossimi giorni», non è un dettaglio. A spiegare di cosa si tratta il direttore Area pianificazione tematica e Valorizzazione aree del Comune, Giancarlo Tancredi. «L'istruttoria dovrà essere conclusa previa consegna di tutti i documenti e la loro verifica di tipo amministrativo». Un per corso che avrà, come esito finale, una nuova delibera di giunta «che confermerà o meno il pubblico interesse».

A quasi due anni dal via libera condizionato del Consiglio comunale al progetto del nuovo stadio, con un ordine del giorno che poneva ben 16 condizioni alle squadre, ci ritroviamo con la maggioranza divisa, il Pd in particolare, e con un nuovo passaggio in giunta del tutto imprevisto, considerando che dovrà confermare o meno il pubblico interesse dello studio di fattibilità presentato dai club. Sala, però minimizza: «Io non faccio un passo indietro, confermo la disponibilità dell'amministrazione a dialo gare con le squadre». Vedremo. E poi i comitati. L'intervento in Commissione di Gabriella Bruschi, presidente del Coordinamento San Siro, è stato netto: «Vogliono cementificare ogni spazio rimasto libero». Non solo. «Abbia mo capito quanto siano obsoleti i centri commerciali, quanto siano dannose e inquinanti le aree troppo cementificate e affollate» sostiene la Bruschi, «quanto il verde sia migliorativo della vita, quanto non si debba sprecare, ma piuttosto migliorare l'esistente». Non una critica ai progetti, quella dei Comitati, ma un vero e proprio programma elettorale.

 «Da quando Sala ha fatto la scelta verde è ostaggio degli ambientalisti», sostiene Fabrizio De Pasquale, «riuscendo a fermare ogni opera, di tipo urbanistico. Senza l'aiuto dei privati, e nel caso di San Siro il Comune resta proprietario, non si va da nessuna parte. La sinistra fa melina su un opera che porta lavoro e investimenti in città. È interesse pubblico far spendere al Comune 500 milioni in 30 anni per rattoppare il vecchio San Siro oppure dotare la città di un impianto moderno e polifunzionale a costo zero? È finita l'epoca dei mecenati», chiosa l'azzurro, «Milano potrà avere 2 squadre competitive con il loro importante indotto solo con uno stadio mo- derno». «Faccio fatica a comprendere se ci sarà o meno un passaggio in Consiglio comunale e se il Consiglio possa esprimere un parere vincolante ose sarà esautora- to», sostiene il consigliere comunale del Pd, David Gentili, «mi piacerebbe che successivamente alla seconda dichiarazione di giunta, il Consiglio possa esprimersi». Come sarebbe logico. «Questo è il metodo di un centrosinistra che, sui temi che contano, ha deciso da tempo di non decidere. Più passa il tempo e più il rischio di far scappare a gambe levate Inter e Milan dal Meazza è sempre più fondato», afferma il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico.