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Bakayoko contro la polizia: "Ho rischiato la vita, cosa non hanno mostrato nel video"

mercoledì 20 luglio 2022

2' di lettura

Il caso Bakayoko è tutt'altro che chiuso. Pochi giorni fa Tiemoué Bakayoko, centrocampista francese di origini ivoriane del Milan, è stato fermato dalla polizia in centro a Milano per uno "scambio di persona". Gli agenti lo hanno bloccato contro la volante, tenendogli le mani dietro la schiena, mentre una collega puntava la pistola su un passeggero dell'auto su cui viaggiava il calciatore. Una volta svelata la sua identità, gli agenti gli hanno chiesto scusa, addirittura con una pacca sulla spalla, e poi si sono complimentati per il suo comportamento "da cittadino modello", sottolineandone la calma e pacatezza in una situazione estrema.

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Ora però Baka, in prestito al Milan dal Chelsea (e secondo radiomercato vicino al ritorno in Francia, al Marsiglia), si sfoga sottolineando che no, non è andato tutto liscio. "Errare è umano, non ho problemi a dire questo – spiega il giocatore ai suoi follower sui social -. Il problema sono i modi e la metodologia e penso che si sia andato oltre il dovuto". La Questura di Milano aveva spiegato a Fanpage.it che Bakayoko era stato fermato in quanto lui e l'altra persona a bordo combaciavano con l'identikit di due responsabili di una sparatoria in Corso Como, due persone di origine centro-africana a bordo di un Suv. "Perché non mi hanno semplicemente chiesto il nome e i documenti? – domanda ora Bakayoko -. Nel video che è stato postato sui social non si vede tutto. Questa è la parte più tranquilla di tutto ciò che sarebbe potuto accadere. Mi sono ritrovato con la pistola a un metro da me, sul finestrino lato passeggero. Hanno messo chiaramente le nostre vite in pericolo".

"Qualunque siano le ragioni che li hanno spinti a farlo - prosegue riguardo agli agenti -, è un errore sapere di non avere certezze sui sospetti arrestati. Ci potevano essere conseguenze molto più gravi se non avessi mantenuto la calma, se non avessi avuto la possibilità di fare il lavoro che faccio ed essere riconosciuto in tempo".

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