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Milano, furibonda lite in metro: cosa è successo in ascensore

di Massimo De Angelis sabato 25 febbraio 2023

2' di lettura

Domenica mattina, sono circa le 11, fermata metropolitana di Cassina de’ Pecchi (linea verde). Il consigliere comunale (Lista Forte Cassina e non Lega come rimbalza sui social fin da subito) contro la dipendente Atm. C’è un ascensore che non funziona dentro il mezzanino e Gaetano Greco perde la testa. Prima chiede i motivi del blocco all’addetta di turno e, non contento, la ricopre di insulti fino a costringerla a rifugiarsi nel “gabbiotto” di pertinenza per chiamare le forze dell’ordine.

La 33enne dipendente dell’azienda dei trasporti milanesi ha la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.Le sue ragioni- «c’è stato un problema ai rilevatori di fumo poco fa»- non servono a nulla perché il consigliere, classe ’46, non vuole proprio sentirci. «Sei inutile, non sapete lavorare», sbotta. Sarebbe bastato solo prendere coscienza del fatto che un malfunzionamento può capitare e soprattutto che la donna non aveva responsabilità in merito. «Se ha delle rimostranze da fare dovrebbe usare i canali previsti dall’azienda per i reclami», gli dice lei. È come benzina sul fuoco: il consigliere minaccia pure di chiamare i Carabinieri. Che poco dopo arrivano. Ma per identificarlo. E lui torna indietro per chiedere scusa alla dipendente. La donna, al momento, non ha ancora sporto querela. E dire che proprio nei giorni scorsi Atm aveva lanciato la campagna di sensibilizzazione «Rispettiamoci» per chiedere a tutti i viaggiatori di approcciare con la giusta educazione ai lavoratori dell’azienda. «Un’esortazione semplice e diretta, che ha l’obiettivo di far riflettere la comunità di Milano sul tema del rispetto che l’azienda sollecita nei confronti delle proprie persone e dei loro ruoli», avevano spiegato da Foro Bonaparte.

La piaga delle aggressioni, che siano fisiche o verbali, non conosce sosta nei sotterranei delle metropolitane milanesi. In questo caso una violenza ancora più deprecabile in quanto commessa da un rappresentante delle istituzioni che dovrebbe fare del senso civico una delle cifre principali della sua azione amministrativa. La Lega, inizialmente chiamata in causa in quanto partito di Greco, dopo la circolazione della notizia su social e web ci ha tenuto a precisare che l’uomo non solo non era candidato col Carroccio ma nemmeno è un tesserato leghista. Chi voleva speculare politicamente è rimasto quindi a bocca asciutta.

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