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Guerriglia a Milano, non è un incidente: la bomba è esplosa, ecco cosa rischiamo

di Daniele Capezzone mercoledì 27 novembre 2024

2' di lettura

Prove tecniche non di una guerra civile, ma di una piccola – e tuttavia sporca e pericolosa – guerra incivile qui a Milano: con immigrati rivoltosi a cui sono saltati i freni inibitori, e che ormai pensano di poter fare il colpo grosso. Non solo delinquono, ma vogliono assaltare la polizia. Non solo ambiscono a controllare spezzonidi territorio, ma puntano a sottrarlo completamente alla legge ordinaria e ai suoi custodi.

Siamo a 5-6 anni di distanza, non di più, da un incubo “belga”, o “francese”, o “olandese”. Nella negazione generale, nella distrazione (colpevole, come vedremo) dei nostri progressisti, stiamo marciando a passi veloci verso una situazione fuori controllo, nella quale molte persone perbene – non solo anziane – hanno paura di uscire di casa o di rientrarvi la sera.

Chi legge Libero sa che non ci siamo mai compiaciuti di un racconto tutto negativo della città. Anzi: non di rado abbiamo suggerito al centrodestra locale e nazionale di essere più consapevole dell’eccellenza rappresentata da Milano. Un’eccellenza che va esaltata, rappresentata, capita.

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IL LATO OSCURO
Milano è oggi per distacco la punta di diamante del sistema Italia, è la città dove accadono le cose, dove l’economia cresce, dove si respira dinamismo e innovazione. Ma esiste anche una dark side, un lato oscuro: oltre i confini di un centro elegantissimo e luccicante, esistono periferie degradate, ormai terra di nessuno. Poi di tanto in tanto perfino al centro – come ricorderò tra poco – può succedere di tutto. Non ditelo al sindaco, che ha innestato il pilota automatico della negazione: in un solo Sala convivono le tre proverbiali scimmiette. Lui non vede, non sente, non parla. Nella sua autoesaltazione egoriferita, diceva di voler portare i turisti in periferia. Eccole le periferie: teatro di una guerriglia sempre più difficile da sedare.

L’amara verità è che i nostri progressisti non hanno nemmeno il diritto di stupirsi. Gli eventi delle ultime quarantott’ore non sono un “incidente”, ma il seguito di una deriva che ormai è stata presa e (da loro) accettata. Ve la ricordate la guerriglia a Capodanno? Falò accesi, assalti contro i poliziotti: e mica solo a San Siro, ma perfino in zona Duomo. Come volevasi dimostrare: i peggiori fantasmi delle periferie si manifestano anche altrove, di tanto in tanto.

UN CRESCENDO DI ATTACCHI
E poi – mese dopo mese: fanno fede le cronache del nostro giornale – abbiamo registrato un crescendo di attacchi contro le volanti della Polizia, contro le forze dell’ordine, una ribellione spezzettata e confusa ma che non rappresenta più un’eccezione isolata. La bomba è già qui: e, per farla deflagrare, è stato più che sufficiente l’8-9% attuale di popolazione immigrata. Gli irregolari fuori controllo e i soggetti di seconda generazione non integrati sono il cuore del problema, inutile girarci intorno. Una scomoda realtà è ormai squadernata sotto i nostri occhi: continuiamo a girarci dall’altra parte e a non voler vedere? O attendiamo di raddoppiare le percentuali per vedere l’effetto che fa? Fermiamoci prima.

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