Il Tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari all’immobiliarista Manfredi Catella, anche noto come “re del mattone”, coinvolto nella maxi inchiesta sull'urbanistica a Milano con le accuse di corruzione e falso. I giudici si sono presi tre giorni per decidere e alla fine hanno accolto il ricorso presentato dai suoi legali contro la misura restrittiva disposta dal gip su richiesta della procura. Ora il Riesame ha 45 giorni per depositare le motivazioni della sua decisione. Così si capirà se questa revoca si basa sull’assenza dei gravi indizi o sul venir meno delle esigenze cautelari.
Nella mattinata di mercoledì 20 agosto, Catella, patron di Coima, si è voluto presentare di persona a Palazzo di Giustizia per chiedere la revoca dei suoi arresti domiciliari ai giudici del Riesame. Nell’inchiesta, l'immobiliarista è accusato di aver corrotto l’architetto Alessandro Scandurra, ex membro della commissione per il Paesaggio, con consulenze “mascherate da tangenti” per ottenere il voto favorevole per i progetti di proprio interesse, a partire dal Pirellino. Per i pm, però, quelle consulenze sarebbero state “pagate troppo”, una cifra “non congrua” rispetto agli incarichi svolti. Questa, secondo l'accusa, sarebbe quindi una prova “del patto corruttivo”.
Chiedendo la revoca dei domiciliari a cui è sottoposto dallo scorso 31 luglio, Catella ha fatto sapere tramite i suoi legali che la fattura da 28.500 euro emessa a luglio 2023 dallo studio di Alessandro Scandurra nei confronti di Coima Sgr, "non è affatto falsa", a differenza di quanto sostenuto dal gip per il quale era "funzionale unicamente a giustificare" il patto corruttivo tra Catella e l'ormai ex membro della commissione Paesaggio. Sottolineando che lo stesso giudice afferma che "Catella non aveva alcun rapporto con Scandurra", i difensori sostengono che durante l'interrogatorio preventivo l'immobiliarista "si è assunto una responsabilità generale in coerenza con la sua etica e deontologia, ma non certo quella di avere commesso illeciti: altro è l'assunzione della responsabilità delle politiche aziendali, altro la paternità di reati".
La settimana scorsa sono stati revocati i domiciliari anche all’assessore Giancarlo Tancredi, all'ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e al manager Federico Pella: per tutti e tre i giudici hanno disposto una misura interdittiva di un anno. Arresti annullati, invece, per il patron di Bluestone Andrea Bezziccheri - l'unico che era finito in carcere - e Alessandro Scandurra.