Lambretta shock. Il centro sociale di via Rizzoli ha annunciato sui social che esattamente a un anno dalla sua scomparsa dedicherà una targa alla memoria di Ramy Elgaml, il giovane egiziano che nella notte tra il 24 e il 25 novembre scorsi aveva trovato la morte dopo essere fuggito all’alt dei carabinieri.
Il giovane, assieme ad un complice, dopo un inseguimento di 8 km si era schiantato contro un semaforo di via Quaranta in zona Corvetto. Sulla pagina istagram del Lambretta, sotto un’immagine del giovane nordafricano, si annuncia che lunedì 24 novembre, alle 20, verrà apposta una targa commemorativa in via dei Cinquecento. Poco dopo, alle 20.30, si terrà uno spettacolo hip hop in piazza Gabrio Rosa «per ricordare Ramy in un momento di collettività e unione».
Nel comunicato si legge anche «Ramy vive, non solo sui muri di Corvetto: ora e per sempre non lo dimenticheremo mai». Un appuntamento quello di lunedì che naturalmente ha provocato dure reazioni politiche. Anche perché nei giorni scorsi è stato annunciato che il prossimo 7 dicembre ad essere insignito dell'Ambrogino d'Oro della Città di Milano sarà proprio il Nucleo Operativo Radiomobile del Comando Provinciale Carabinieri di Milano protagonista dell’inseguimento del giovane egiziano. I militari dell’arma erano stati per mesi nell’occhio del ciclone perché si sosteneva che avessero avuto responsabilità nella morte di Ramy. Menzogne smentite però dalle indagini che hanno, al momento, chiarito come i militari abbiamo operato in modo ineccepibile.
«Questa iniziativa è l’ennesimo esempio di come il Lambretta sia sempre contro le istituzioni e il loro rappresentanti», spiega il consigliere della Lega Samuele Piscina, sottolineando che sono stati proprio gli antagonisti del centro sociale di via Rizzoli a rendersi protagonisti degli scontri che hanno messo a ferro e fuoco la stazione Centrale il 22 settembre scorso. Piscina ricorda poi che in zona 2 è stata rimossa una targa dedicata al martire delle foibe Don Angelo Tarticchio. «Mi chiedo a questo punto cosa farà l’amministrazione comunale con quella abusiva di via dei Cinquecento» conclude l’esponente del carroccio.
«Porre una targa e poi dare un concerto hip-hop in nome di Ramy potrebbe risultare pericoloso per la sicurezza del quartiere» spiega a sua volta Riccardo De Corato, ex vice sindaco delle passate giunte milanesi di centro destra. Il deputato ricorda infatti che dopo la morte del giovane egiziano scoppiarono violenti scontri tra forze dell’ordine e teppisti arrivati da tutte le periferie milanesi. «Corvetto rimane un quartiere difficile» conclude De Corato «temo che fare di Ramy un santo significhi dare ai giovani della zona un modello profondamente sbagliato».