Risse, rapine e coltelli. Emergenza sicurezza in centro Milano dove ormai anche la Madonnina è finita sotto l’assedio dei maranza. Piazza del Duomo è diventata infatti terreno di caccia per le tante baby gang che ogni pomeriggio arrivano dalla periferia in cerca di guai. Presenze ormai costanti delle quali non ci si riesce proprio a liberare nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine. Tanto che i giovani nordafricani sono ormai diventati l’incubo ricorrente dei commercianti di quello che una volta era considerato il salotto buono di Milano. E infatti a pochi giorni dall’accoltellamento di un giovane egiziano fuori dal McDonald’s al civico 17 della piazza sono soprattutto gli esercenti a dirsi esasperati e a chiedere una stretta urgente sulla sicurezza. Come Riccardo del ristorante Pino che un anno fa ha sperimentato sulla sua pelle la ferocia dei giovani magrebini. L’imprenditore è stato infatti ferito di striscio all’addome da un maranza che voleva rapinarlo. «Era la una di notte e dopo avere chiuso il locale stavo andando a prendere il tram 14» ricorda Riccardo «improvvisamente sono stato avvicinato da tre giovani nordafricani che minacciandomi con un coltello mi hanno chiesto di consegnargli il portafoglio». A questo punto l’imprenditore ha tentato di reagire ma è stato colpito. «Erano pronti a uccidermi per i 20 euro che avevo in tasca» spiega sbigottito Riccardo raccontando di essere fuggito terrorizzato non appena consegnati i soldi.
Un’esperienza drammatica e certamente difficile da dimenticare che pochi giorni fa è toccata anche a Paolo, un dipendente del ristorante Gino di via Berchet. L’uomo si stava recando al suo posto di lavoro in una traversa della galleria Vittorio Emanuele quando verso le 10 di mattina un marocchino sui 25 anni gli si è avvicinato fingendo di chiedergli un’informazione. «Senza che me ne accorgessi un complice mi ha preso alle spalle strappandomi il trolley che porto sempre con me», afferma l’uomo «all’interno avevo le chiavi di casa e rifare tutta la serratura è costato 600 euro». Ma chi sono i maranza che seminano il terrore in piazza del Duomo? E soprattutto come agiscono questi ragazzini che con i loro cappucci calati sulla testa e i loro piumini firmati ormai presidiano con la loro presenza ingombrante il centro di Milano? Davide della Gelateria Ambrosiana li descrive come un «disastro». «Sono sempre gli stessi» spiega il commerciante raccontando che martedì sera non era passata neanche mezz’ora dall’accoltellamento del giovane egiziano che gli autori della rissa erano già tornati all’angolo tra piazza del Duomo e piazza Mercanti come niente fosse. «Per di più spacciano alla luce del sole» continua Davide raccontando che fino a poco tempo fa i maranza erano soliti nascondere la droga anche nelle palme presenti nella piazza.
«Ora quelle piante non ci sono più» spiega l’esercente «di certo avranno trovato dei nuovi nascondigli». «Anche se li prendono non gli fanno niente e dopo un paio di giorni te li ritrovi di fronte» spiega a sua volta il titolare di un bar che preferisce rimanere anonimo. «Molti di loro sono minorenni» racconta l’uomo spiegando che i maranza se ne approfittano perché sanno che la loro giovane età gli «permetterà di cavarsela facilmente». E naturalmente la presenza dei nordafricani non incide soli sugli umori ma anche sulle tasche dei commercianti. Come quelle di Marco del Gran Cafè Visconteo. «Tutti quei teppisti ci fanno guadagnare di meno» racconta il gestore del locale spiegando che la gente naturalmente scappa non appena sente le urla e gli schiamazzi dei giovani nordafricani che litigano. Marco racconta poi che i maranza, quando sono ubriachi, perdono la testa «è capitato che per puro divertimento abbiano lanciato per strada i tavoli del locale» spiega l’esercente parlando anche di cellulari rubati dai tavoli dei clienti. Ma perché i giovani nordafricani scelgono proprio il Duomo per le loro scorribande? Secondo i residenti a fare da richiamo sono i numerosi fast food presenti nella piazza divenuti punti di partenza delle loro scorribande. Luoghi dove i giovani nordafricani mettono regolarmente a dura prova gli addetti alla sicurezza.
«Cominciano a disturbare la clientela senza alcun motivo e spesso siamo costretti a intervenire per sedare delle vere e proprie risse» dichiara il responsabile della security di un locale che dista poche decine di metri dalle guglie del Duomo. «Quando li sorprendiamo a rubare li buttiamo fuori o chiamiamo i carabinieri» racconta a sua volta l’addetto alla sicurezza di un famoso mega store che vende dolciumi. Un edicolante scuote la testa sconsolato. «Molte volte ho dovuto aiutare dei turisti in lacrime dopo che erano stati derubati da quei piccoli delinquenti” racconta l’uomo “mi vergogno a pensare cosa racconteranno questi stranieri della nostra città quando torneranno a casa».