Nella caserma dei Carabinieri della compagnia di Legnano, in provincia di Milano, ieri mattina è stata inaugurata la “Stanza tutta per sé”, progetto realizzato con la preziosa collaborazione del club Soroptimist Busto Arsizio -Ticino Olona. L’iniziativa rientra nel progetto, che si ispira al celebre saggio di Virginia Woolf, promosso da Soroptimist in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, volto a creare su tutto il territorio nazionale ambienti protetti all’interno delle Caserme per l’ascolto di donne e minori vittime di violenza. Di quella stanza, tanto a Milano quanto in Italia, ce n’è davvero bisogno. Perché al di là del fattore contingente legato alla cronaca, i carabinieri del Nucleo operativo di Porta Monforte hanno arrestato un 18enne sudamericano per violenza sessuale aggravata (l’uomo pedinava le ragazze in metropolitana e fin dentro il portone di casa, all’interno del quale consumava la violenza), ci sono i dati del fenomeno a far crescere l’urgenza. Fermarsi all’epifenomeno dell’ecuadoriano sarebbe un grave errore. Soprattutto nei confronti delle donne, visto che non tutte hanno il coraggio di denunciare, in particolare quelle straniere. Secondo l’indice della criminalità, pubblicato il 3 novembre scorso dal Sole 24 Ore relativo alle denunce di reato registrate nel 2024 ogni 100mila abitanti, Milano è terza, in Italia, per violenze sessuali: 21,1 denunce ogni 100mila abitanti.
MAGGIOR INCIDENZA
Attenzione, però. In Italia, secondo i dati più aggiornati dell’Istat (risalenti al 2022), sono state denunciate o arrestate 5.775 persone con l’accusa di violenza sessuale, categoria in cui sono fatti rientrare diversi reati, dalle molestie allo stupro. Tra loro, 3.340 erano italiane, 2.435 straniere. Se è vero che la maggioranza è composta da cittadini italiani - il 57,8 per cento contro il 42,2 per cento degli stranieri- bisogna tener conto che gli stranieri sono l’8,9 per cento della popolazione italiana, quindi sono molte le denunce a loro carico. I reati per i quali l’incidenza straniera è più alta di quella italiana sono le rapine (52,3%) con picchi per le rapine in pubblica via (60,1%), furti con strappo (61%) e i furti con destrezza (69%). Per quanto riguarda le violenze sessuali il 43% vengono commesse da stranieri, stando al Sole 24 ore.
Ma non c’è solo questo. Secondo i dati diffusi a novembre dal Tribunale meneghino, aggiornati al 30 settembre 2025, la cosiddetta “violenza di genere” è in aumento e la fascia d’età compresa trai 18 e i 41 anni rappresenta il 62% dei condannati, in crescita rispetto al 58% dell’anno precedente. In totale, sono state 751 le persone condannate nell’ultimo anno, con una netta prevalenza di uomini (89%) e cittadini italiani (61%).
Il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, ha definito questi numeri «preoccupanti», sottolineando come «sei giovani uomini adulti sono autori di questi reati significa che quella cultura patriarcale che apparteneva alle generazioni precedenti viene trasmessa». A completare il quadro le denunce per il reato di maltrattamenti in famiglia: a Milano sono aumentate di oltre il 30% nel giro di tre anni. I procedimenti sono più di 3mila. I fascicoli che riguardano le denunce per violenze sessuali, tra cui quelle commesse ai danni di minori, sono 1.204, erano 1.298 a giugno 2024 e 1.140 tra 2022 e 2023. Sono 14 i casi (in lieve aumento) di riduzione a schiavitù, in particolare legati alla tratta della prostituzione. I fascicoli che riguardano le denunce per violenze sessuali, tra cui quelle commesse ai danni di minori, sono 1.204, erano 1.298 a giugno 2024 e 1.140 tra 2022 e 2023. Sono 14 i casi (in lieve aumento) di riduzione a schiavitù, in particolare legati alla tratta della prostituzione.
SEGNALI PESSIMI
Secondo il Censis (Rapporto 2025), Milano ha registrato 691 denunce di violenze sessuali nel 2024, un dato significativo che rappresenta circa il 10% del totale nazionale e indica un forte aumento (+67,3%) rispetto al 2019, sebbene il dato complessivo del 2025 (primo semestre) mostri una tendenza alla diminuzione. Questo rende la violenza sessuale un tema di grande rilevanza sociale, evidenziando un’allarmante recrudescenza del fenomeno. E qui è necessario introdurre un altro elemento di riflessione. A Milano, esistono numerosi centri antiviolenza che offrono supporto a donne vittime di abusi, come Cadmi, CeAS "Mai da Sole", Cerchi d’Acqua, Fondazione Somaschi, e il centro del Policlinico (SvsEd), che offrono ascolto, sostegno psicologico, assistenza legale, accoglienza in case rifugio e mediazione, integrati nella Rete Antiviolenza del Comune.
Questi centri sono punti di riferimento fondamentali, collegati anche al numero nazionale 1522, per chi cerca aiuto contro la violenza domestica, sessuale, psicologica o economica. I dati (aggiornati 2024/2025) mostrano un aumento delle donne accolte (oltre 23.800 nel 2024), prevalentemente donne italiane, spesso senza reddito, che subiscono violenza dal partner/ex-partner. I dati di Milano, nel loro complesso, se letti con particolare attenzione, parlano di un’emersione delle denunce, quindi c’è un sistema di supporto per le donne che funziona, anche se da solo non basta. Ma fanno eccezione quelle straniere, che denunciano davvero poco. Secondo gli addetti ai lavori, forze dell’ordine e magistrati, ciò dipende dal fatto che subiscono una doppia violenza. eLa prima è dettata dalla non conoscenza della lingua italiana la seconda dall’evidente rapporto di sudditanza imposto loro dagli uomini, soprattutto islamici. In quei contesti la violenza contro le donne non è un eccezione, come lo è per noi, ma si avvicina alla regola. Basta ricordarsi dei casi di cronaca avvenuti in piazza Duomo durante gli ultimi capodanno, con l’area antistante la basilica diventati il teatro della Taharrush gamea, un’espressione, in lingua araba, che significa letteralmente «molestia collettiva». Anche contro questa violenza contro le donne è necessario combattere...