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Romano Prodi, una cosa giusta: "La sinistra perde perché pensa agli omosessuali invece degli operai"

di Caterina Spinelli domenica 24 novembre 2019

4' di lettura

Invece di dire le ovvietà propagandistiche che il Partito democratico si aspettava, Romano Prodi ha spiegato il perché dei fiaschi antichi, recenti e futuri della sinistra. «Perde perché invece degli operai si occupa degli omosessuali». Avete in mente Bologna? Vicino a piazza Maggiore c' è el igànt, il Nettuno, dio del mare, la cui statua, alta tre metri e venti centimetri, impressionava con la sua enorme nudità le signore di una volta. Ecco, Prodi è emerso come Nettuno dalle acque dell' oblio, in cui vengono immersi come nella formalina i padri fondatori buoni solo per le processioni da vecchie glorie, e ha osato dire la verità chiara come il sole. Altro che sardine, il popolo delle sardine: questo partito rappresenta il popolo di ostriche e astici, i filmati trasmessi nei loro congressi non conoscono i povericristi italici, ma le povere foreste amazzoniche, le balene che mangiano la plastica, l' eroica lotta contro il diesel. Immigrati e gay, diritti individuali di tutti, battaglie anche meritorie, per i pinguini in Antartide. Prodi dicendo gay, non ce l' aveva con loro, ovvio, ma contro un totalitarismo politico che adotta come linee fondanti i temi cari alla crème che va da New York ai piani alti di Bologna, Milano, Roma, Parigi. Prodi aveva appena detto queste parole, e immediatamente i sacerdoti rossi del politicamente corretto gli hanno infilato i braghettoni, al Nettuno redivivo. Lo hanno avvolto di teli, accappatoi, e lo hanno portato via come un salame. Figurati se daranno retta al Mortadella, bravo a vincere perché democristiano, e destinato a essere buttato giù dopo un paio d' anni da compagni e magistrati tutte le volte a metà strada per lo stesso motivo. Prodi aveva espresso questi concetti tre giorni fa, alle rievocazioni per il trentennale della mutazione del nome Pci proprio nella medesima Bologna, per volontà di Achille Occhetto. Il potente apparato mediatico del Pd, come Stalin che cancellava Trotzki dalle fotografie, ha amputato le parole abrasive (omofobia? Intervento Ordine dei giornalisti?) e ha provveduto a diffondere solo frasi innocue. Infatti il titolo del Corriere della Sera, edizione di Bologna, è stato: «Prodi è sicuro: vince il centrosinistra». Urca che ghiottoneria giornalistica. SCACCO ALLA CENSURA Però in sala c' erano dei gay, e hanno cominciato a lamentarsi sui loro siti. Tirandogli moccoli infernali. Dagospia se n' è accorto. E la cosa è giunta così alle orecchie fini della santa Monica Cirinnà, gran visir di tutti i gay, lesbiche, bisex, trans (Lgbt), i quale e le quali meritavano senz' altro di meglio, ma i gusti sono gusti. La senatrice del Partito democratico, già firmataria e relatrice della legge sulle unioni omosessuali, appena ha saputo del colpo basso di Romano Prodi si è inalberata, in rima con i suoi capelli da Gorgone, e in un' assemblea Lgbt a Ferrara ha lanciato i prossimi obiettivi della categoria. Non solo matrimoni, ma parificazione assoluta di ogni specie di famiglia: dunque adozioni, utero in affitto, e soprattutto un altro saltello più in su. Non solo quote rosa, ma anche quote gay da inserire nelle liste dei partiti, nei consigli di amministrazione, negli incarichi di governo. Insomma: un terzo maschi che amano le donne, un terzo femmine che preferiscono gli uomini, un terzo Lgbt che amano chi gli pare. A occhio e croce direi che, almeno per quanto riguarda ministri e ministre, nonché sottosegretari e sottosegretarie, portavoce e simili, la quota gay è già fin troppo a posto. Ed anzi, se si adottasse una rigida aritmetica, si libererebbero poltrone e seggioloni. Ecco in modo più dotto quanto attribuito a Prodi: «Il fallimento della socialdemocrazia sarebbe da addebitarsi al fatto che molti degli ex elettori percepiscono che essa ha difeso le persone omosessuali e non gli operai». Insomma: la famosa percezione. I FLUSSI ELETTORALI Il fatto è che, come insegnano i vecchi manuali sovietici, il fiuto di classe è infallibile. Gli operai, o ex operai, il ceto medio, o ex ceto medio, ha la percezione nettissima che questa gente che è oggi al governo in un impasto giallo-rosso, non rappresenta affatto la loro voce, non dà corpo ai loro interessi e bisogni. Il vecchio Partito comunista aveva un' ideologia infame, sognava il Gulag travestendolo da Paradiso per gli operai. Svelata la bugia, non è che puoi offrire in alternativa alle masse popolari l' Eden dei busoni, parlandone con ovvia simpatia. Non puoi chieder loro di riconvertirsi al gay pride, alla tutela delle radure del Paraguay, all' accoglienza di chi è destinato a bighellonare in attesa di dar man forte a chi spaccia droga ai tuoi figli sotto casa. Come dimostrano le analisi sociologiche e quelle dei flussi elettorali, operai e pensionati non sanno che farsene di ideali fighetti, di sofisticati diritti per gente che si qualifica con sigle astruse. Leggi anche: Vespa e il parallelismo: "Renzi come uno scorpione, Conte una rana" Ormai neppure più basta Lgbt, ma siamo a Lgbtq, Lgbtqia e Lgbtqiapk. Un riferimento politico e culturale del genere, o dei generi, mette in fuga chiunque abbia il problema di difendere i pochi risparmi e il destino dei figli. E dunque i vecchi e i nuovi plebei votano tutt' altro, magari proprio Salvini. Il Pd resta appannaggio del bacino elettorale dei borghesi dei Parioli o del centro di Milano. Salvo, naturalmente, appropriarsi del suo vecchio lessico anni '60 e '70 ogniqualvolta ci sia da gridare a un imprecisato fascismo per pura invidia del crescente successo di movimenti politici davvero popolari, altro che populisti. Prodi l' ha capito. Bravo. La sinistra, oggi, preferisce dedicarsi a battaglie a favore di cosiddette minoranze oppresse che, in realtà, hanno la simpatia di quasi tutti i mezzi di comunicazione. Il Pd si schiera dalla parte delle élite. Perderà anche in Emilia Romagna. di Renato Farina

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