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Pietro Senaldi e Nilde Iotti, "lettera" a Concita De Gregorio: "Sesso e politica, lei no e Berlusconi sì?"

di Giulio Bucchi domenica 15 dicembre 2019

3' di lettura

Che culo. Proprio mentre Concita De Gregorio mi dava l' ennesima lezione televisiva su come si devono rispettare le donne, mi sono imbattuto su internet nella pubblicità con la quale pochi anni fa la signora promuoveva il quotidiano che dirigeva e che portò alle soglie del disastro. Un bel fondoschiena femminile, giovane e sodo, con tanto di copia dell' Unità infilata in tasca e aggettivi allusivi tra i quali indomabile, bella, generosa, libera, mini. Che dire, così fan tutti Chissà cosa avrebbe pensato, se fosse stata in vita, l' austera Nilde Iotti, che andò a vivere con Togliatti solo per il piacere di poter parlare con lui di comunismo anche alle due del mattino, dell' iniziativa sessista presa dalla prima, e ultima, direttrice donna del suo giornale di partito. Molti compagni ai tempi non gradirono, ma furono messi a tacere, nello stile della casa. Noi invece difendemmo la foto, ritenendo che non ci fosse modo migliore per diffondere carta da c Non chiedemmo all' ordine dei giornalisti di radiare la testata, come qualche vecchio tifoso dell' Unità ha fatto ieri in tv con Libero. Aspettammo che lo facessero i lettori. Forse qualcuno se ne andò proprio quando si accorse di come la sinistra, anziché difenderle, prende per il culo le donne e, se si tratta di attizzare le menti dei possibili compratori, non disdegna di puntare sul loro lato B, che in certi perbenisti ipocriti non differisce poi tanto dal lato A. Chissà se qualche compagno non si è sentito svilito intellettualmente dalla pubblicità in questione, che colpiva alle spalle le femministe e mirava alle palle dei maschietti.  Leggi anche: "Io ce l'ho una figlia. Me la predono quelli di Bibbiano?". Senaldi scatenato dalla Merlino Coerenza - Non vorremmo mai che la De Gregorio, per quella copertina, venisse messa all' indice oggi dalla sua conventicola che ci ha criticato così tanto per aver scritto che la Iotti, oltre a essere una bravissima presidente della Camera, era pure bella, simpatica e grande in cucina e a letto. Siamo convinti che la collega non rischi molto, visto che la coerenza, oltre a lei, non appartiene ai dem in generale, i quali altrimenti non avrebbero cambiato cinque volte nome e dieci volte segretario negli ultimi vent' anni. Da quelle parti si ritengono da sempre più uguali degli altri. Tuttavia sappia Concita che, se qualcuno la criticherà, avrà tutta la nostra solidarietà. Immaginiamo a quali compromessi terribili con i suoi princìpi sia dovuta scendere in nome degli affari per sbattere questo ritratto di donna sfruttata in prima pagina. Vorrei approfittare per chiarire definitivamente una cosa: della Iotti non ci importa nulla, tantomeno della sua vita sessuale e del suo amore per Togliatti, che, è storia, scandalizzò molti nel Pci quando la sinistra era una cosa seria. La frase che ha indignato tanti perbenisti si trovava nella recensione a una fiction, non in un ritratto della signora. Però non riteniamo onesto che chi per anni è entrato nella camera da letto di Berlusconi oggi si indigni per un inciso in un pezzo, sostenendo che sesso e politica vadano sempre scissi. Se si può indagare la dimensione sessuale di un parlamentare, lo si può fare anche con quella di una parlamentare, e chi si batte per la parità deve accettarlo. Compagni di un tempo - Per un uomo non di sinistra, grande a letto, anche se riferito a una donna, non è un insulto; tutt' altro. E questo ce lo hanno insegnato proprio i progressisti, dei quali abbiamo sempre apprezzato la libertà sessuale che propugnavano, prima di andare in cortocircuito morale e uterino. Al liceo, il 50% di quelli che si dicevano di sinistra in realtà lo faceva solo per aver maggior fortuna con le donne. Ora però l' outing politico pro Pd equivale a un voto monacale, sempre che non si decida di farlo in modo strano; anzi, moderno. Forse immemore della pubblicità sulla quale ha messo il suo lato A, la mia amica concitata, con la classe di cui sopra, ieri in tv si chiedeva se io abbia qualche figlia femmina; il sottinteso era: poveraccia, nel caso ne abbia una. Tirare in ballo i minori, uomini o donne, non è il massimo. Temo che i suoi amici che fanno gli assistenti sociali a Bibbiano, nella rossa Emilia dove è così bello essere bambini, decidano, ascoltandola, di togliermi la prole. di Pietro Senaldi

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