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Antonio Esposito, il giudice che condannò Berlusconi accusato dal collega: "Pressato dall'alto, il figlio era stato beccato con la droga e..."

martedì 30 giugno 2020

2' di lettura

Il giudice della Cassazione Antonio Esposito che nel 2013 condannò Silvio Berlusconi a 3 anni e 8 mesi di carcere per frode fiscale nella vicenda Mediaset-Agrama inguaiato, 7 anni dopo, dal collega Amedeo Franco. Il magistrato, morto nel maggio 2019, dopo quella sentenza (che decise di non firmare) incontrò Berlusconi alla presenza di testimoni e quell'audio, registrato, ora è finito nelle mani di Piero Sansonetti, direttore del Riformista, e pubblicato in parte da Nicola Porro a Quarta Repubblica. Si tratta di una bomba, perché Franco motivava quella condanna come frutto di "pressioni dall'alto" contro Berlusconi e sullo stesso Esposito.


 

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"Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà, a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia… - spiegava Franco - L’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo". E qui il riferimento diretto a Esposito, presidente di sezione: il giudice secondo il collega sarebbe stato "pressato" per pilotare la sentenza perché suo figlio anch’egli magistrato era indagato dalla Procura di Milano per "essere stato beccato con droga a casa di...". Una storia nota e scomoda, ma che alla luce della ricostruzione di Franco va letta sotto un'altra e più inquietante luce.

Riceviamo e pubblichiamo:

Con riferimento a notizie di stampa gravemente diffamatorie sul conto dello scrivente diffuse, nella giornata di ieri, in primis, dal Direttore del Riformista, Piero Sansonetti, poi riprese dal Quotidiano Il Giornale on line, lungamente riprese ed oggetto addirittura di dibattito nella trasmissione Quarta Repubblica in onda ieri sera su Rete 4, riprese, altresì, dal quotidiani il Giornale on line e Libero on line, lo scrivente, Dr Ferdinando Esposito, smentisce in modo categorico un proprio qualunque coinvolgimento, a 360 gradi, nei fatti, totalmente inventati, raccontati dallo “scoop” del Riformista, poiché lo scrivente risulta totalmente estraneo, a qualunque titolo e sotto ogni profilo, alle gravissime e diffamatorie insinuazioni, prive di logica, che sono state fatte, prima, dal Sansonetti e poi raccontate in maniera ulteriormente distorta da Quarta Repubblica che ha ripreso ed amplificato lo “scoop” del Riformista in orario serale, precisando, altresì, che, per tutelare la propria onorabilità nuovamente intaccata da questa colata di fango, questa volta sotto le mentite spoglie di uno “scoop” di dubbio gusto perché tira in ballo perfino i morti, notoriamente incapaci di “difendersi”, verrano adite tutte le competenti Autorità nei termini di legge.

Ferdinando Esposito

Tribunale di Roma sentenza n. 9387/2024

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