Il caso

Fabrizio Corona, la lotta masochista contro i giudici che lo braccano

Daniela Mastromattei

Un verdetto amaro, ma non del tutto inaspettato: Fabrizio Corona dovrà "scontare" di nuovo i 9 mesi di reclusione che aveva già "scontato" in affidamento terapeutico tra febbraio e novembre 2018. Così ha stabilito la Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dall'ex re dei paparazzi contro la decisione dello scorso 13 ottobre del Tribunale di Sorveglianza di Milano. In quell'occasione i giudici avevano accolto la richiesta del pg milanese Antonio Lamanna, che aveva evidenziato le violazioni commesse da Corona durante la fase di affidamento concessagli per favorire il programma di recupero dalla dipendenza da cocaina.

 

 

«È un accanimento giudiziario che continua», commenta il suo legale Ivano Chiesa. «Avrebbe dovuto essere una notizia riservata perché si tratta di camera di consiglio, non di udienza pubblica, e invece devo apprenderla ancora una volta dalla stampa». L'avvocato Chiesa si è detto «molto preoccupato», perché il suo assistito «da una settimana in ospedale e in una condizione di grande sofferenza psichica, scoprirà dai giornali che deve scontare altri 9 mesi in carcere, invece di saperlo dal suo difensore. Mi sconcerta la totale mancanza di sensibilità umana», sbotta il legale.

Sono in tanti a pensarla come lui. Lo stessso Corona lo urla a gran voce (ed è già stato querelato pure dai magistrati), cercando nei gesti eclatanti un'attenzione mediatica che sembra avergli voltato le spalle. Fabrizio sarà pure un ribelle, ma è una persona intelligente e le sue lotte contro i mulini a vento ce lo rendono un po' masochista. È riuscito a farsi revocare gli arresti domiciliari per aver invitato a casa il suo personal trainer in pieno lockdown, per aver concesso interviste in tv e per aver usato i social network: tutte cose che gli erano state vietate. Le regole non le sa rispettare. A niente sono servite le giustificazioni della difesa: «I social vengono gestiti dallo staff e Corona può lavorare».

 

 

Nulla da fare, per i magistrati deve tornare in prigione. Ha provato a chiedere scusa: «Mi dispiace se ho sbagliato. Non voglio tornare all'inferno». Nessuna pietà. Sono arrivati dieci poliziotti per riportarlo nella casa circondariale di Opera. Per protesta, ma soprattutto perché vedere il cielo da dietro le sbarre è dura, si è tagliato i polsi. Ed è finito all'ospedale Niguarda, nel reparto di psichiatria, dove è sorvegliato 24 ore su 24. Le sue vicende giudiziarie sono fitte di inchieste e processi: condanne per estorsione per le foto che venivano ritirate dai vip a fronte di un pagamento, ma anche assoluzioni come quella dal reato di intestazione fittizia di beni per i soldi trovati nel controsoffitto di casa. Come scrive Celentano in una lunga lettera indirizzata all'ex paparazzo: «...hai fatto tante stronzate nella vita, la più grossa e direi la più pericolosa è quella di aver indotto i giudici a darti una punizione spropositata». E «con la scusa di sommare le tue colossali cazz***, cioè ogni cazz*** una punizione, ti hanno dato 14 anni di prigione. E qui, secondo me, sta la grande ingiustizia della giustizia italiana. Si danno 14 anni ad uno come te, che ha fatto sì cose punibili dalla legge, ma non a tal punto da equiparare i tuoi madornali errori di vita a chi uccide una persona. Non si contano i casi di individui che hanno assassinato una o più persone e, solo dopo 5 o 6 anni di buona condotta, escono di prigione».

 

 

Parole che devono far riflettere, quelle del Molleggiato: «Forse è ora che la politica, anziché intraprendere affari con quei Paesi che fanno sparire le persone tagliandole a pezzi, dica qualcosa sull'arrangiamento-giustizia». E dopo anni di silenzio, arriva pure il perdono di Lapo Elkann. Il nipote di Gianni Agnelli ha fatto sapere di non provare alcun rancore per l'ex paparazzo. «The show must go on, bisogna andare avanti» dichiara Lapo in un'intervista su Novella 2000, riferendosi allo scandalo sul materiale compromettente che Corona aveva raccolto per ricattarlo. «Credo che nella vita si debba girare pagina, dimenticare il male. E lui si è fatto soprattutto del male. Spero non continui a farselo, e che riesca a trarre la forza dai suoi errori e ritrovare il meglio di se stesso». Speriamo.