Lanciata da Ricci

Striscia la notizia, Rajae Bezzaz si confessa: "Io una musulmana ribelle. Viva Gesù"

E' una musulmana ribelle e si definisce "portatrice sana di integrazione" Rajae Bezzaz, l'inviata di Striscia la notizia che lavora su immigrazione e diritti delle donne. Spesso rischiando di prenderle. Bezzaz, in una intervista a Il Giornale dice che "in bilico tra due mondi mi sento una contraddizione che cammina". Ma il suo spirito ribelle è innato: "Difendevo i più deboli già dall'asilo: l'indole battagliera è vocazione naturale e un'eredità di famiglia", spiega l'inviata. Ogni donna della sua famiglia "ha dovuto lottare duramente per costruirsi un futuro", a cominciare da nonna Rkia: "Si è sposata a 12 anni, non è andata a scuola, ha messo al mondo nove figli. Poi a 40 anni ha imparato a leggere e scrivere e fondato un atelier di moda. Si è fatta da sola in famiglia e sul lavoro. Quando racconto che si è sposata a 12 anni mi dicono 'siete dei barbari', ma la cosa va contestualizzata nell'epoca di mia nonna. Oggi è un abuso, ieri era la salvezza di una donna: consegnarla a una famiglia che poteva garantire il futuro era un atto d'amore". 

 

 

La madre di Rajae invece "aveva studiato per diventare insegnante, ma ha fatto di tutto per darci e darsi una vita migliore: lavapiatti, donna di servizio, traduttrice in tribunale. A Lucca fu ingaggiata da Digos e Interpol per tradurre intercettazioni in inchieste su spaccio di droga e tratta di ragazze africane. Fu anche minacciata da uno squilibrato che aveva fatto arrestare". Rajae da sei anni è inviata del tg satirico di Antonio Ricci. Il primo servizio, ricorda, è stato "in Campania, su una cooperativa che lucrava sugli immigrati e li costringeva a vivere in condizioni disumane. Finì a botte, a colpi di bastone: per me uno choc, ma anche uno scoop ripreso dal Guardian". E se "gli italiani mi accusano di difendere gli immigrati", aggiunge, "gli immigrati mi attaccano perché dicono che mi sono venduta. Da Striscia ho imparato che finché gli insulti arrivano da tutte e due le parti vuol dire che andiamo bene. Ci sono però anche molte donne arabe che mi dicono: sei il nostro orgoglio, dici al mondo che non siamo solo burqa e casa".

 

 

Non solo. Rajae pensa gli italiani non siano affatto razzisti e dall'altra parte che i musulmani non siano minimamente infastiditi da crocifissi e presepi: "Sono polemiche create ad arte per renderci antipatici. Io da musulmana amo le chiese e l'arte sacra. Quello che offende i musulmani è usarli per fini politici". A Natale "Mi imbuco in casa dei miei amici italiani perché c'è quel clima di famiglia che amo tanto. Simpatizzo per il Natale: non lo festeggiamo, ma i regali ci piacciono tanto. Viva Gesù".