Livore

Marco Travaglio, valanga di insulti a Mario Draghi: "Ha i giorni contati", fin dove si spinge

È un insulto, un attacco totale a Mario Draghi quello che Marco Travaglio ha sferrato nel suo editoriale sul Fatto quotidiano. Partendo dal "pm Nicola Gratteri che descriveva il nulla mischiato col niente del governo Draghi in tema di lotta alle mafie e alle altre illegalità" e dal pubblico "esploso in una lunga e liberatoria ovazione che dovrebbe allarmare il premier e i suoi turiferari" - "se quei battimani potessero parlare, direbbero: 'Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo! Basta con la santificazione di Draghi!'" - il direttore si spinge a dire che "il Migliore  sceso fra i comuni mortali a miracol mostrare è un mediocre premier di cui si stenta a rammentare una sola impresa degna di nota, perfino sulle due missioni affidategli da Mattarella (Pnrr e pandemia)".

 

 

Insomma, affonda Travaglio, se il presidente del Consiglio "non avesse tutti i media dalla sua, gli applausi a Gratteri sarebbero già fischi a lui (che ieri, dopo mesi di silenzio, s' è precipitato in un moto spontaneo a parlare di mafia)". Invece, prosegue il direttore del Fatto, "la narrazione dragocentrica continua a garantirgli totale franchigia: l'universo ruota intorno a Lui; i partiti che osano far valere i propri voti per attuare i propri programmi sono disturbatori della quiete pubblica perché non è Lui a esistere grazie a loro, ma loro grazie a Lui (anche se non ha mai preso un voto); e guai a contrariarlo, perché potrebbe 'stufarsi', con danni incalcolabili per l'Europa, la guerra e il pianeta (che vanno avanti a prescindere da questa o quell'elezione, vedi Francia)". Ma attenzione, avverte Travaglio minaccioso: "Anche questo incantesimo per gonzi ha i giorni contati"