All'attacco

CartaBianca, Senaldi asfalta Orsini: "Sei come Putin, spari bombe"

A CartaBianca si discute animatamente sulla guerra in Ucraina e sulla reale condizione dell'esercito russo. Un dibattito, quello andato in onda su Rai3 martedì 22 novembre, che ha visto Pietro Senaldi scontrarsi con Alessandro Orsini. A far scatenare l'ira del condirettore di Libero, le parole del sociologo: "A Kherson - spiega Orsini nel salotto di Bianca Berlinguer - l’esercito russo si è ritirato perché prima di ingaggiare una battaglia campale doveva essere sicura di avere i rifornimenti, che non potevano arrivare perché i ponti erano stati danneggiati dagli ucraini". Quindi la polemica: "La strategia occidentale, basata su invio di armi a oltranza, sul no alla diplomazia e insulti contro i pacifisti è un fallimento totale. Questa strategia ha precipitato l’Ucraina in un inferno".

 

 

A smontare la sua tesi ci pensa Senaldi che premette: "Io non sono uno stratega, ma se tu ti ritiri è perché per un motivo o per altro non riesci a tenere la posizione". Il concetto è semplice: "Ogni metro che lasci sul terreno è un metro che dovrai riconquistare". La riprova delle difficoltà dello zar sarebbe la situazione in cui riversa Putin: "Otto mesi fa - prosegue Senandli - era potentissimo e vendeva petrolio a mezzo pianeta. Oggi l'occidente non compra più il petrolio". Non solo, perché il condirettore svela l'aut aut arrivato da Aleksandr Dugin, filosofo ed esponente di spicco del nazionalismo russo: "Lui gli ha detto: 'guarda che ti ammazziamo'. Zelensky poi era un comico alla guida di un paese tra i più corrotti del mondo e oggi è un eroe globale. Chi ha subito il maggior downgrade?". Da qui la stoccata: "Tu sei come Putin, stai perdendo la guerra e allora lanci le bombe. Questa è la tua tecnica del terrore"

 

 

Non si discosta di molto il pensiero di Alessandra Moretti. L'europarlamentare del Pd definisce quella di Orsini "una mistificazione magistrale. Putin sta tentando di sterminare un intero popolo colpendo i civili riducendoli alla fame e al gelo. Siamo di fronte a dei crimini di guerra. Si fa molta fatica a fare la pace con un soggetto che non riconosce l’Europa e non vuole i negoziati".