Ministro della Cultura

Vittorio Feltri difende Sangiuliano: "Perché Dante è di destra"

Vittorio Feltri

Abbiamo seguito con stupore e curiosità la polemica aperta da Gennaro Sangiuliano, il quale alcuni giorni fa se ne è uscito con una battuta dal contenuto discutibile. Egli ha sostenuto che Dante Alighieri era di destra a giudicare dalla sua produzione letteraria e poetica. Un sacco di cosiddetti intellettuali hanno aggredito il ministro della Cultura dicendogliene di ogni colore come se avesse fatto la pipì in chiesa. Io stimo molto Gennaro che è stato mio vicedirettore per qualche anno qui a Libero, dimostrando di essere talmente bravo da diventare direttore del Tg2 della Rai e ora uomo di governo. Egli è molto colto e ha scritto numerosi di libri, alcuni dei quali li ho firmati anche io, avendoli vergati a quattro mani, soprattutto le sue due. Quindi conosco la persona e so che la sua battuta paradossale non ha l'accezione che i fighetti di sinistra le hanno attribuito per superficialità.

 

 

 

Infatti all'epoca di Dante in vita il concetto di destra e sinistra non esisteva, ma ciò non significa che le menti di allora, in particolare quella eccelsa dell'autore della Divina Commedia, non avessero una visione politica paragonabile a quella in voga oggi. Dire che il divino poeta era di destra non dimostra che egli fosse di Fratelli d'Italia che non esisteva, ma che aveva una mentalità contraria a quella della sua epoca e che se ora fosse ancora tra noi non sarebbe di sicuro di sinistra. Cosa che capisce anche un cretino che abbia studiato controvoglia l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Dante infatti, come noto, ha trasformato una specie di dialetto da cafoni in una lingua talmente bella, l'Italiano, che ha dato alla penisola un denominatore culturale comune.

 

 

 

Fino ad oggi dal 1300 questo idioma ha unito le Alpi alla Sicilia, cioè è stato l'elemento che ha favorito l'Unità nazionale, per cui definirlo un fenomeno di destra è corretto. La politica in questo caso non c'entra, ma il modo di parlare ha inciso fortemente sul costume. E qui Sangiuliano ha ragione da vendere, e chi interpreta le sue parole come propaganda in favore della Meloni o è in malafede o è un deficiente. Tertium non datur. Bravo Gennaro, non farti intimidire dai progressisti che sono nemici del verbo di Dante al punto che si danno da fare per stravolgerlo secondo i dogmi femministi, trasformandolo in liquido come la pipì, e adottando l'inglese per definire oggetti e pensieri di solito vacui. Il mio professore di letteratura e di latino (un prete) mi diceva sempre che Dante, pur essendo un fenomeno di intelligenza, fosse troppo bigotto, e che Manzoni, grande scrittore, fosse troppo prolisso. Non sono mai riuscito a dargli torto benché entrambi gli assi delle lettere mi abbiano sempre affascinato.