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Antonio Ponti, arrestato per droga l'erede della dinastia dell'aceto

sabato 24 febbraio 2024

2' di lettura

Ponti è una dinastia che da nove generazioni dà il nome all'aceto degli italiani. L'ultimo erede, Antonio Ponti, però non ha mai lavorato né avuto alcun ruolo nella storica azienda di famiglia, da sempre insediata a Ghemme, in provincia di Novara. Lui fa il dj ed è balzato agli onori della cronaca per un brutto affare di droga che lo ha fatto finire dritto dritto ai domiciliari.

Lo rende noto la Stampa raccontando che il 23 aprile dello scorso anni, Antonio Ponti (52 anni) è stato fermato per un controllo da una volante di polizia del commissariato Lambrate di Milano a bordo della sua Dodge Challenger con vetri oscurati e targa lituana insieme ad tre altre persone con vari precedenti per droga e furto.  Ponti aveva addosso 17 grammi di Md e oltre 9 grammi di cocaina: subito è scattata la perquisizione nel suo appartamento e in un cassetto vicino alla scrivania è stato sequestrato di tutto: pillole di ecstasy, ketamina, hashish.

La Stampa parla di "4,3 dosi di cocaina, 56,7 di ketamina, 36,7 di Mdma, 235,5 di hashish" e piccole quantità di cannabis sativa e marijuana. Quasi tutte le sostanze erano divise in dosi, e c'era anche un bilancino di precisione, un paio di banconote da venti euro, un coltello per il taglio degli stupefacenti e un rotolo di carta stagnola. Così Ponti è finito nel carcere di San Vittore con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di droga e nel giro di qualche giorno ha ottenuto i domiciliari in una comunità di recupero del Varesotto, dove è agli arresti da quasi un anno. 

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Davanti al giudice, nel corso dell'interrogatorio di convalida, Antonio Ponti aveva sostenuto di non aver mai spacciato quella droga, ma i magistrati hanno confermato l'accusa di spaccio, proprio per via della "varietà" degli stupefacenti trovati in casa sua. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla pm Maria Letizia Mocciaro che ha coordinato le indagini, Ponti, rivela La Stampa, potrà difendersi dalle accuse davanti alla giudice Ileana Ramundo: l'udienza preliminare è fissata per il prossimo 27 marzo.

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